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martedì 27 novembre 2012

Sneijder, l'Inter e il mobbing

In casa Inter è scoppiato il caso Sneijder. L'hanno fatto scoppiare Branca, a mio modo di vedere il peggior dirigente sportivo della storia della Serie A, e Stramaccioni, a mio modo di vedere uno dei miglior allenatori della Serie A.

Il nodo della questione è sempre lo stesso: i soldi. Wesley Sneijder ha un triennale da sei milioni di euro netti a stagione, circa dodici milioni lordi da tirar fuori per le casse dell'Inter. Siccome c'è la crisi, l'Inter gli ha detto qualcosa tipo: "Caro Wes, hai tre anni di contratto. Da qui al 2015 dobbiamo dare a te diciotto milioni di euro e allo Stato diciotto milioni di euro. Facciamo che ti diamo diciotto milioni di euro, ma in quattro anni. Facciamo che ne prenderai quattro e mezzo a stagione e non più sei. Però resti con noi un anno in più. Ah, complimenti per Yolanthe: gran pezzo di gnocca". Robetta semplice, si spalma l'ingaggio e l'Inter risparmia tre milioni di euro l'anno tra tasse ed emolumenti. Tutto molto lineare e comune, se non fosse che Branca ha anche aggiunto: "Oh, per la cronaca: finché non firmi, non giochi. Nessun rancore?".

Magari qualcuno di voi pensa sia giusto, qualcun'altro che è sbagliato. Qualcuno ricorda che arriva da parecchi infortuni, qualcun'altro che è stato artefice del triplete e ha trascinato l'Olanda in finale del Mondiale. Altri magari dicono che visto il ruolo la sua collocazione tattica è un problema. Tutte belle cose, ma me ne potrebbe fregare di meno. Il punto è un altro.

Intervenuto in una trasmissione radiofonica, un tizio, non so quanto competente in materia di diritto del lavoro, ha detto che poteva configurarsi il reato di mobbing ai danni dell'olandese. Io non ho studiato diritto del lavoro, so per sommi capi cosa sia il mobbing e lo riconoscerei solo nelle forme più estreme. Non so se il caso di Sneijder con l'Inter sia davvero mobbing. A quel punto il presentatore della trasmissione radiofonica, che non esito a definire un coglione, ha detto: "Forse è mobbing, ma Sneijder percepisce milioni di euro l'anno. Lasciamo il mobbing agli operai che faticano ad arrivare a fine mese".

Ho un nuovo sogno. Sogno di avere un azienda, fondata da me, e portarla al successo. Successo mondiale, guadagnare palate e palate di soldi. Sogno di rintracciare quel presentatore e assumerlo. Sogno di fargli firmare un contratto da tredici milioni di euro l'anno e dargli un incarico che preveda tantissime responsabilità. Sogno di togliergli piano piano, ma in modo violento, tutte le responsabilità  nel giro di un mese. Sogno di farlo sedere per terra, lontano dagli altri. Di cagargli l'orecchio, pisciargli la giacca e impedirgli di cambiarsi o lavarsi. Sogno di farlo mangiare, da una ciotola, gli avanzi degli altri dipendenti. Sogno, quando verrà a lamentarsi, di fargli ascoltare le sue esatte parole e, mentre gli martello le gengive e gli tiro con violenza le basette che per mio preciso ordine deve tenere lunghe e folte, dirgli: "pensa, guadagni anche il doppio di Snejider". Sogno.

lunedì 26 novembre 2012

L'importanza del 16

Minuto 16 di Chelsea - Manchester City: tutto lo stadio si alza e applaude. Una standing ovation nel nulla più totale. In campo, infatti, la partita è di una noia quasi raccapricciante, una roba talmente brutta da far sembrare un big match anche Chievo - Siena.
La standing ovation è tutta per RDM, Roberto di Matteo, allenatore appena licenziato da Roman Abramovich dopo le sconfitte contro Manchester United, WBA e Juventus.

Il 16 è il numero che RDM ha indossato durante le sue stagioni al Chelsea. In Inghilterra si fa così. Nessun gesto violento o stupido dettato dalla rabbia per la decisione irrevocabile e prepotente di un bambino che rivendica la proprietà del proprio giocattolo, nessuno striscione di insulti e offese. Ci si alza e si applaude. Stop. Roba da brividi, da pelle d'oca per chi lo guarda e lo osserva, figurarsi per il destinatario della standing ovation.

Di Matteo ha portato a Chelsea una F.A. Cup e soprattutto una Champions League, il trofeo mai vinto dai blues, il trofeo aspettato, agognato e finalmente arrivato grazie a Roberto Di Matteo. Roman Abramovich si è dimenticato cosa è riuscito a fare RDM solo cinque mesi prima, Stamford Bridge no.

Al suo posto è stato chiamato Rafa Benitez, aspettato a Londra come si aspetta un lutto. I cori "you're not welcome here" sono i più gettonati. Nessuno voleva il cameriere ciccione sulla panchina della propria squadra, nessuno tranne Roman Abramovich, che ha ingaggiato l'ex di Liverpool e Inter perché facesse giocare Torres. Proprio El Nino è il motivo dell'esonero di Di Matteo. L'investimento del club è troppo importante e vedere 57 milioni di euro biondi seduti in panchina non è stato facile per il petroliere.

Quindi se la vostra ambizione è fare l'allenatore del Chelsea ricordate una cosa: non importa se subentrate a Marzo e acciuffate la qualificazione ai quarti di Champions League ribaltando un 3-1. Non importa se quella Champions poi la vincete in casa degli avversari, eliminando il Barcellona in semifinale vincendo al Camp Nou in 10. Non importa se siete terzi in classifica dopo aver fatto due mesi da capolista. Se non fate giocare il cocco del presidente che in 59 presenze fa ben 11 gol, se non gli affidate l'attacco, potete anche abbandonare il sogno.

Per la cronaca, Chelsea - Manchester City è finita 0-0. Secondo voi il cameriere ciccione a chi ha affidato l'attacco?