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venerdì 30 settembre 2011

Bandiere

Ore 15:00 di domenica 2 Ottobre 2011. Allo stadio Via del mare si giocherà Lecce - Cagliari. Probabilmente non sarà una partita spettacolare, e con grandi gesti tecnici (basti pensare che probabilmente giocherà titolare Larrivey), ma per qualcuno sarà una partita storica. Daniele Conti raggiungerà le 329 presenze in maglia rossoblù, superando Brugnera e diventando così il giocatore con più presenze nella storia del Cagliari.
Nel calcio moderno le bandiere stanno diventando sempre più cosa rara. I nuovi investitori, russi e arabi su tutti, hanno portato una mole di denaro non indifferente, convincendo sempre più i giocatori a cambiare maglia e raggiungere così squadre dal passato poco glorioso, con un progetto non ben definito, ma disposte a coprire d'oro i calciatori migliori.
Proprio per questo persone come Javier Zanetti, Alessandro Del Piero, Francesco Totti, Massimo Ambrosini, Gennaro Gattuso e lo stesso Conti in Italia, Carles Puyol, Xavi Hernandes, Andres Iniesta, Ryan Giggs, Poul Scholes (solo per citare i più forti) in Europa, sono giocatori da ammirare, da lodare e tifare, indipendentemente dalla maglia che indossano.
Persone, il cui valore umano supera largamente il valore calcistico, che hanno resistito al richiamo del denaro (nessuno dei sopraccitati guadagna meno di 3 milioni di euro a stagione, a parte Conti, comunque) per diventare punti fermi del proprio club, per prenotarsi a una poltrona dirigenziale perchè troppo importanti per la squadra per lasciarli andar via appena vengono appese le scarpette al chiodo. Persone che rendono il gioco del calcio estremamente umano.
Un capitolo a parte lo merita Paolo Maldini. Il Capitano per eccellenza, che sin da bambino, fino al giorno del suo ritiro, ha vestito un'unica casacca, giocato per un'unica maglia. Dal 20 Gennaio 1985, giorno del suo debutto in prima squadra, al 31 Maggio 2009, giorno del suo ritiro, non ha mai smesso di indossare la maglia numero 3 del Milan.
Ma proprio il giorno del suo addio al calcio, a casa propria, in quello stadio che l'ha visto protagonista di tantissime partite, è stato fischiato da quel pubblico che lui stesso aveva fatto gioire con i suoi 26 trofei conquistati. Fischiato dalla propria curva.
Fanno tanto bene al calcio persone come Daniele Conti, Javier Zanetti, Alessandro del Piero e Francesco Totti, quanto male questi personaggi, che hanno fatto vergognare un club, e una nazione intera.

giovedì 29 settembre 2011

Rincorsa alla Germania

Circa due settimane fa si è discusso della possibilità che Portogallo e Francia ci raggiungessero nel ranking Fifa, e della possibiltà di diventare il sesto campionato in Europa. I toni catastrofisti erano dettati dalla magra figura che le cinque squadre italiane avevano fatto nelle competizioni continentali,  con una sconfitta, tre pareggi e una sola vittoria.
A distanza di circa quindici giorni i toni sono completamente diversi. Tutti i giornali e telegiornali sportivi parlavano del successo in Champions League di Inter, Napoli e Milan. Le tre squadre impegnate nella massima rassegna del vecchio continente hanno colto altrettante vittorie. La prima a scendere in campo in quel di Mosca è stata la Benamata, che ha battuto, non senza patemi e difficoltà, il CSKA.
La vittoria di maggior prestigio, e più importante arriva dal San Paolo, dove i Partenopei, nel giro di due minuti, affondano il sottomarino giallo del Villareal, e colgono il primo successo in Europa dopo 21 anni di lontananza dal palcoscenico più importante
Il Milan, in casa e contro un avversario tre o quattro spanne inferiore, fa semplicemente il proprio dovere di squadra più titolata al mondo, vincendo grazie al ritrovato Ibrahimovic, che segna e inventa.
E' da queste basi, da queste vittorie, da questo spirito, che deve partire la rincorsa alla Germania per il ranking FIFA.

lunedì 26 settembre 2011

...e arrivarono i 3 punti

Sono state necessarie 4 giornate di campionato per vedere la prima vittoria di Inter, Roma e Milan. Nessuna delle tre ha brillato, e una sola ha dovuto cambiare allenatore per riuscirci.
La vetta virtuale della serie A appartiene all'Atalanta, che con 10 punti in 4 gare, guarderebbe tutti dall'alto, se non fosse per scommettopoli e i 6 punti di handicap che hanno zavorrato i bergamaschi. Quindi in vetta restano Juventus e Udinese con 8 punti, e un fottìo di squadre che seguono a quota 7. Ultima solitaria il Cesena, che non ha ancora fatto punti.
Bologna 1 - 3 Inter
Buona la prima per Ranieri nella panchina neroazzurra. Il tecnico rispolvera la difesa a 4 e, soprattutto,  Pazzini, che lo ripaga al minuto 39 segnando il gol del vantaggio. Nella ripresa il pareggio di Diamanti su rigore illude i felsinei, poi ci pensano prima Milito su rigore poi Lucio a raddrizzare la prima di Ranieri
Napoli 0 - 0 Fiorentina
I toscani escono indenni dal San Paolo, giocando un ottimo calcio e sfiorando più volte il vantaggio. I campani, che protestano per un rigore non concesso, registrano la miseria di un punto nelle ultime due uscite.
Milan 1 - 0 Cesena
Prima vittoria in campionato per i campioni d'Italia in carica. Merito di Seedorf, che regala giocata di alta classe, guida i compagni e segna il gol decisivo. Ancora a quota 0 i romagnoli.
Chievo 2 - 1 Genoa
I liguri perdono partita e primato a 10 secondi dal fischio finale per colpa di Moscardelli, al secondo centro in due gare. Passano in vantaggio proprio i rossoblù grazie al solito Palacio. Pellissier si procura il rigore (carpiato con avvitamento. 4.5 il coefficente di difficoltà), e la conseguente espulsione di Dainelli. Penalty  che lo stesso capitano clivense sbaglia come solo il peggiore dei coglioni avrebbe potuto. Ed è sempre lui a  pareggiare i conti con uno stacco imperioso. Nel finale, la beffa.
Atalanta 2 - 1 Novara
I bergamaschi colgono la terza vittoria consecutiva, approfittando un calendario non impossibile. Parte forte la dea che trova il vantaggio grazie a un'incursione di Schelotto. Il raddoppio arriva nella ripresa e porta la firma del figliol prodigo Cigarini.Negli ultimi 10 minuti gli orobici escono dal campo e il Novara trova la rete della speranza con Porcari. Nel finale arriverebbe anche il pareggio ospite, ma l'arbitro annulla per fuorigioco inesistente.
Catania 1 - 1 Juventus
Dopo il pareggio di 4 giorni fa contro il Bologna, i bianconeri compiono un altro passo falso al Massimino. Sono proprio gli etnei a passare in vantaggio grazie a Bergessio, che approfitta del pomeriggio no di Chiellini. Nella ripresa Krasic, dietro gentile concessione di Andujar, fissa il risultato sull'1 - 1.
Cagliari 0 - 0 Udinese
Partita vivace e con tante occasioni da entrambe le parti, che non vengono concretizzate un po' per bravura dei portieri, un po' perchè una di queste capita a Larrivey. Pareggio giusto e friulani ancora al comando.
Lazio 0 - 0 Palermo
I biancocelesti non vincono, ne brillano particolarmente, ma escono dallo stadio tra gli applausi dei propri tifosi. La prima volta da quando c'è Lotito. Partita non bellissima con pareggio a reti bianche unico risultato possibile vista la partita.
Siena 3 - 0 Lecce
Tutto facile per i padroni di casa, che non faticano a domare i salentini, mai scesi in campo. Dopo 5 minuti Destro porta avanti i suoi, mettendo la gara subito in discesa. La doppietta di Calaiò rende il passivo pesantissimo per gli ospiti
Parma 0 - 1 Roma
Luis Enrique coglie la prima vittoria da quando è in Italia. Deve ringraziare Osvaldo, che con un colpo di testa chirurgico doma i padroni di casa. Giallorossi brillanti solo per 20 minuti, e lontani dal gioco frizzante e veloce che avrebbe dovuto portare il tecnico asturiano. Ma per il bel gioco c'è tempo, per i risultati no.

Il Podio

  1. Emanuele Calaiò (Siena): Julio Sergio esce alla disperata e allontana la palla sui piedi dell'attaccante ex Napoli. Pallonetto al volo da 30 metri a beffare portiere e giocatore appostato sulla linea
  2. Clarence Seedorf (Milan): Dalla sinistra lascia partire un tiro velenosissimo a giro che si insacca nel sette del palo più lontano.
  3. Luca Cigarini (Atalanta): Gran destro dal limite dell'area, che si insacca all'incrocio dei pali alla destra del portiere novarese.

venerdì 23 settembre 2011

Si accendono i riflettori

La terza/quarta giornata di campionato è stata giocata tra martedì, mercoledì e giovedì. Tutte le dieci partite hanno regalato almeno un gol. 28 quelli segnati in questa giornata di serie A.

Novara 3 - 1 Inter
Ultima spiaggia per Gasperini, chiamato a risollevare morale e classifica dei nerazzurri. Il tecnico però non si snatura e insiste sul 3 - 4 - 3 che tanto piace a Moratti. Il Novara parte forte e passa meritatamente in vantaggio grazie a una ripartenza veloce, finalizzata al meglio da Meggiorini. Negli ultimi cinque minuti di partita succede di tutto: prima Ranocchia stende in area Morimoto, provocando rigore ed espulsione. Dal dischetto Rigoni non sbaglia. Un minuto dopo Cambiasso riapre la partite, che viene richiusa da Rigoni al 90esimo. Sconfitta senza appello per l'Inter, ed esonero scontato per Gasperini. Al suo posto Ranieri.
Cesena 1 - 2 Lazio
Dopo il terremoto in casa capitolina, con le dimissioni rassegnate dal tecnico Reja, ma respinte da presidente e giocatori, i biancocelesti affrontano il Cesena. Romagnoli subito avanti con Mutu, ma raggiunti dal rigore di Hernanes, e superati dal gol di Klose.
Chievo 1 - 0 Napoli
Robustissimo turn over in casa partenopea dopo la brillante vittoria sul Milan. Fuori sette titolarissimi. Partita equilibrata e piacevole, che viene decisa da Moscardelli, che approfitta dekll'erroraccio di Fideleff.
Fiorentina 3 - 0 Parma
I ducali, orfani dello squalificato Giovinco, non entrano mai in campo. Ne approfittano i gigliati, che ritrovano i gol di Jovetic, autore di una doppietta. Alessio Cerci, 9 gol nelle ultime 9 uscite, l'autore del provvisorio 2 - 0.
Genoa 3 - 0 Catania
I liguri asfaltano gli etnei e balzano in testa alla classifica a pari punti con Udinese e Juventus. La doppietta di Palacio e il sigillo di Constant decidono una partita che non è mai stata in discussione
Juventus 1 - 1 Bologna
Passo falso della Vecchia Signora che, in casa e contro una squadra ancora a quota 0, non va oltre un pareggio. Passano in vantaggio i bianconeri grazie a una furbata di Pirlo, che batte rapidamente una punizione, pescando in area Vucinic, liberissimo di segnare. Punizione battuta con palla in movimento, quindi da ripetere. Dopo l'espulsione di Vucinic per somma di ammonizioni (la seconda arrivata dopo richiesta  in carta bollata da parte del Bologna Calcio), i felsinei trovano il pareggio grazie a Portanova.
Lecce 1 - 2 Atalanta
Gli orobici annullano completamente la penalizzazione, senza la quale sarebbero in vetta, dopo sole tre giornate. Passano subito in vantaggio i bergamaschi grazie al gol di Denis. Il pareggio di Mesbah illude i salentini, che subiscono la rete di Denis a inizio ripresa, e finiscono la partita in 10 per l'espulsione di Grossmuller.
Milan 1 - 1 Udinese
Il big match della giornata finisce con tanti rimpianti degli ospiti, che trovano un Abbiati monumentale nella ripresa. Inizio shock per il portiere rossonero, che non trattiene un pallone innocuo, regalandolo a Di Natale, che realizza. Nella ripresa El Shaarawy, subentrato nel primo tempo a Pato, che stranamente ha un guaio muscolare, è il quattrocentoseiesimo da quando è arrivato in Italia, pareggia la partita, regalando il secondo punto al Milan. L'Udinese, comunque, mantiene la vetta della classifica in coabitazione con Juventus e Genoa
Palermo 3 - 2 Cagliari
Partita dai due volti al Barbera. Nel primo tempo ci sono solo i rosanero, che trovano il gol dopo 24 secondi grazie a Zahavi. Bertolo raddoppia, e Miccoli si divora il terzo gol. Nel secondo tempo c'è solo il Cagliari, che però non concretizza le occasioni. Ne approfitta Miccoli, che beffa Agazzi. Gli ospiti però non si spengono e trovano i gol di Conti e Nainggolan. Il Cagliari perde il primato, ma si conferma squadra interessantissima. Palermo alla seconda vittoria casalinga consecutiva
Roma 1 - 1 Siena
Era la partita ideale per rilanciare la squadra e il progetto di Luis Enrique. Sulla carta i toscani dovevano fare la parte di vittima sacrificale. E la fanno anche bene per ottantotto minuti, nel corso dei quali la Roma crea tanto possesso palla (ormai una costante dei giallorossi) ma un solo gol, quello di Osvaldo. Piano piano però il Siena esce dalla propria area, fino a trovare il pareggio grazie a Vitiello.
Il Podio
  1. Eran Zahavi (Palermo): Trascorrono appena 24 secondi. Lui decide che la fase di studio la faranno un altra volta, e scaglia un esterno a giro che si infila nel sette. Agazzi, che non para i tiri facili facili, figurarsi quelli all'incrocio, resta a guardare la prodezza.
  2. Radja Nainggolan (Cagliari): Dopo novanta minuti di corsa, pressing, verticalizzazioni, trova la forza di fare un'ultima incursione. Riceve palla, scarta due uomini e trafigge Tzorvas
  3. German Denis (Atalanta): El Tanque sfrutta una spizzata da calcio d'angolo, si coordina perfettamente e con una mezza rovesciata al volo, regala i tre punti alla propria squadra

martedì 20 settembre 2011

Che colpa ne ha?

E' il Silvio Piola di Novara il teatro della quarta sconfitta in cinque partite della nuova Inter targata Gianpiero Gasperini. I piemontesi annichiliscono i nerazzurri, ben più di quanto il punteggio finale dica. E' finita 3 a 1, sarebbe potuta andare molto, molto peggio all'Inter, che sfodera una prestazione pessima, la peggiore Inter da 4 anni a questa parte.
Ora i tifosi chiedono l'esonero del tecnico, ritenuto l'unico responsabile della situazione. Nel calcio è quasi sempre così, se le cose non vanno la colpa è dell'allenatore. E' anche vero che è più facile cambiare un pastore che 28 pecore, ma ci sono valutazioni oggettive da fare.
Questa sera i giocatori erano spaesati, confusi, imprecisi, pigri, lenti. Non importa che squadra si stia sfidando, se sei tutte queste cose perdi, per forza. E allora che colpa ne ha Gasperini se pensa di mandare in campo 11 giocatori  e invece manda in campo 11 cadaveri? Che colpa ne ha Gasperini se Castaignos non azzecca una giocata, manco una rimessa laterale facile facile che riuscirebbe a fare anche il nipote di Larrivey? Che colpa ne ha se Snejder l'anno scorso e due anni fa toccava il pallone e magicamente mandava in porta un compagno, e quest'anno quando tocca il pallone manda in porta un avversario? Ci ha messo anche del suo, il Gasp. Far esordire Pazzini alla terza in campionato non è sembrata esattamente un'ideona, così come l'idea della difesa a 3 con interpreti sbagliatissimi. Non proprio colpi di genio.
Ma Gasperini era stato preso conoscendo l'idea che aveva di calcio. E' una vita che, dovunque vada, porta la difesa a 3. Magari non è l'uomo giusto alla guida dell'Inter. Ma ce ne sono tanti altri che non sono uomini giusti, degni di indossare quella maglia.

lunedì 19 settembre 2011

Speriamo in maggio.

Nel 2012 ci saranno gli Europei che ci terranno compagnia per tutto il mese di giugno. Indi ragion per cui, la serie A finirà prima rispetto all'anno scorso, esattamente il 13 maggio.
Nelle ultime cinque stagione il campionato è quasi sempre stato deciso prima della fine del campionato, ad eccezione della stagione 2009/2010 quando Roma e Inter si giocarono lo scudetto fino all'ultima giornata, creando così un campionato più incerto, emozionante e vero. La speranza è, quindi, quella di vedere le due, tre o, meglio ancora, quattro squadre che lottano per lo scudetto, battersi fino al 13 maggio per ottenerlo. L'ultima giornata di campionato ha fatto ben sperare sotto questo punto di vista. Le favorite per lo scudetto, Inter e Milan, ora sono distanti 5 punti dalla vetta, che vede squadre che sicuramente non vinceranno lo scudetto (Cagliari e Udinese) e squadre che, se lo vincessero, porterebbero una ventata di novità nel calcio italiano (Napoli e Juventus).
Nell'ultima giornata sono state segnate 20 reti, pochine rispetto alle 35 di settimana scorsa, e si sono registrati esiti sorprendenti.
Cagliari 2 - 1 Novara
Prosegue la marcia trionfale dei sardi, che non steccano la prima davanti al proprio pubblico. Il primo gol in Italia di Thiago Ribeiro porta avanti i rossoblù, che raddoppiano a cinque minuti dalla fine grazie a un tiro di Conti deviato, per sbaglio (l'avesse fatto apposta probabilmente avrebbe sbagliato) da Larrivey. Dimezza lo svantaggio Morimoto con un gol di culo.
Inter 0 - 0 Roma
Partita tra le due squadre che più hanno deluso nella prima giornata. Le due formazioni, un po' per coerenza, un po' per non deludere chi si aspettava continuità, deludono di nuovo.
Atalanta 1 - 0 Palermo
Zamparini, dopo la vittora dei rosanero sull'Inter di settimana scorsa, avevo detto che Mangia, tecnico dei siciliani, sarebbe rimasto alla guida della squadra per tantissimo tempo. Probabilmente per questo il Palermo ha perso, contro un'Atalanta ben messa in campo, che trova il gol partita grazie a Denis alla mezz'ora del primo tempo. Primo effetto della sconfitta: d'ora in poi quando Zamparini parlerà, 655000 persone si toccheranno le palle.
Bologna 0 - 2 Lecce
Il Bologna entra in campo per le foto, e ci resta per obbligo di firma. A giocare ci pensa il Lecce, che segna due reti, con Giacomazzi e Grossmuller. Esattamente così, proprio in questo modo, si retrocede, caro Bologna.
Catania 1 - 0 Cesena
Agli Etnei basta un rigore, molto generoso e tirato anche male, di Maxi Lopez per battere il Cesena. Partita in cui chiunque entrasse in area chiedeva il rigore, per qualsiasi cosa. L'arbitro, per ridere si immagina, concede il più fantasioso.
Lazio 1 - 2 Genoa
Bellissima Lazio, ed è la terza partita di fila, nei primi venti minuti. Qualcuno spieghi ai biancocelesti che ne mancano 70 più recupero alla fine. Sculli, l'ex di turno, porta avanti i romani. Nella ripresa esce il Genoa che prima pareggia con Palacio, poi sorpassa con Kucka.Capitombolo casalingo per la Lazio che esce tra i fischi dell'Olimpico.
Parma 2 - 1 Chievo
Partita dominata nel primo tempo dai padroni di casa, che vanno in vantaggio grazie a Giovinco. Ripresa tutta di marca clivense, che, per l'assedio al fortino parmense, arriva a disporsi con un modulo, l' 1-1-tutti-gli-altri, molto Mourinhiano. Il meritato pareggio arriva, e porta la firma di Paloschi, l'ex con un pochetto il dente avvelenato (esulta come se avesse fatto un gol che vale sia per la finale del mondiale, sia per gli Australian Open di tennis). Al 91esimo, però, Giovinco regala i tre punti al Parma, prima di farsi espellere.
Siena 0 - 1 Juventus
Matri regala la seconda vittoria consecutiva a Conte, in un pomeriggio abbastanza opaco per i bianconeri. Poco gioco, poco movimento, poche idee, e passo indietro rispetto al bel 4 - 1 contro il Parma. L'importante era vincere, per il bel gioco c'è tempo.
Udinese 2 - 0 Fiorentina
Troppo brutti i toscani per essere veri, troppo facile il compito dei friuliani per essere valutato. Dopo neanche mezz'ora la partita è già chiusa, grazie al rigore trasformato dal solito Di Natale, e a Isla.
Napoli 3 - 1 Milan
Dopo i pareggi esterni in Champions League, le due italiane migliori in Europa cercano conferme. Aquilani porta avanti i campioni d'Italia. Ma il Napoli corre molto, molto di più, e può schierare un attaccante, che trasforma in oro tutto quello che tocca: Edinson Cavani. Tripletta di el Matador, tre gol al volo, due di destro uno di sinistro,  che valgono i tre punti e il primato in classifica. Napoli sogna in grande.

Il Podio

  1. Edinson Cavani (Napoli): Palla forte e tesa in area del Milan, che viene respinta corta. El Matador, in una frazione di secondo, si coordina perfettamente e scarica un sinistro di collo pieno.
  2. Alberto Aquilani (Milan): Colpo di testa in tuffo dal limite dell'area, e palla a incrociare mandata all'incrocio dei pali dall'altra parte. Gol tanto bello quanto inutile
  3. Mauricio Isla (Udinese): Triangolo tra il cileno e Montolivo, che gli rende la palla al limite dell'area con un tocco tanto preciso quanto involontario. Il gioellino di casa Pozzo scarica una sassata di destro che Boruc può solo sfiorare.


venerdì 16 settembre 2011

Il Portogallo no, dai

Prima giornata europea delle italiane. 5 squadre impegnate tra Champions League ed Europa League, con un bottino imbarazzante per il nostro calcio. Una sconfitta, tre pareggi e una sola vittoria.
Mentre i pareggi esterni di Milan, contro i campionissimi del Barcellona, e Napoli, contro il Manchester City, una super squadra allestita grazie ai petroldollari dello sceicco arabo Mansour, vanno visti con soddisfazione e cauto ottimismo, il pareggio interno della Lazio contro i modestissimi romeni del Vaslui e, soprattutto, la sconfitta interna dell'Inter contro il Trabzonspor lanciano un campanello d'allarme. L'unica vittoria arriva dall'Udinese, che, in casa, regola i francesi del Rennes 2 a 1. 
Per dovere di cronaca, bisogna ricordare che l'Inter avrebbe meritato la vittoria con due gol di scarto, che il gol ospite è viziato da fuorigioco evidentissimo e che i turchi hanno fatto un tiro in porta contro i seicentotrentasette della Beneamata.
Ma che il calcio italiano sia in crisi è innegabile.
E' in crisi di gioco, visto che l'ultima volta che ha portato almeno due squadre alle semifinali era il 2003, quando Milan, Inter e Juventus arrivarono tra le prime quattro d'Europa. Ci sono state vittorie di club italiani nel frattempo (Milan nel 2007, Inter nel 2010), ma non c'è mai stata la sensazione che il nostro calcio potesse competere con quello inglese, spagnolo e, ultimamente, tedesco.
E' in crisi di strutture, visto che all'estero tutte le squadre hanno uno stadio di proprietà, e tutti gli impianti rispettano le norme sulla sicurezza, e registrano, 9 volte su 10, il tutto esaurito.
E' in crisi di rose, visto che, in Italia, i grandi campioni arrivano nel momento di declino della propria carriera, oppure attraverso scambi con altri campioni (vedi Eto'o - Ibrahimovic nell'asse Barcellona - Milano), e se diventano grandi campioni in Italia, partono verso altri Paesi una volta diventati tali (i casi di Pastore e Sanchez sono solo i più recenti). Inoltre non si cura il settore giovanile, non si lanciano i giovani nel calcio che conta per paura che sbaglino, e non si da, quindi, la possibilità di crescere e maturare.
E' in crisi economica, visto che, quasi tutti i top club europei, hanno disponibilità economiche largamente superiori ai top club italiani. Acquisti come Sanchez, Pastore, Aguero, Fabregas e Falcao (solo per citare quelli avvenuti nell'ultima sessione di calciomercato) sono impensabili per i nostri club, sia per la mole di denaro, sia per i faraonici ingaggi.
Siamo stati a lungo il campionato più bello del mondo. Abbiamo annoverato a lungo i club più forti del mondo. Ora, per ora, siamo quarti in europa. E c'è la sensazione che, se non si trova un rimedio efficace, ci faremo sorpassare anche da Francia (i petroldollari sono arrivati anche lì), e Portogallo. Ecco, il Portogallo. Rendiamoci conto. Cioè, il Portogallo no, dai.

mercoledì 14 settembre 2011

Va bene anche così

A qualunque allenatore la cui squadra affronterà a breve il Barcellona viene fatta sempre la stessa domanda: "Come si fermano questi fenomeni?". E tutti gli allenatori dicono la propria, chi ne fa una questione religiosa, chi tattica, chi tecnica. Il problema è che, a oggi, nessuno ha ancora capito come si fermano gli azulgrana. Pensava di averlo capito Mourinho, quando allenava l'Inter e sconfisse i catalani nella semifinale di andata della Champions League 2009/2010. Si scoprì, poi, che gli era semplicemente andata di culo, visto che l'anno dopo ne prese 5 al Camp Nou sulla panchina del Real Madrid.
Il Milan, ieri, ha affrontato il Barcellona iniziando la partita come forse neanche nelle più rosee aspettative: dopo 20 secondi Pato prende la palla, si beve mezza difesa semplicemente correndo e firma l'1 a 0. Evviva, finalmente trovato l'antidoto anti-Barça! Basta segnare subito e poi amministrare! Manco per il cazzo, invece. Il Barcellona prende gol dopo 27 secondi, ma gioca come se non fosse successo. 92 minuti di possesso palla quasi ininterrotto, di fitte trame di passaggi, di giocatori che si muovono senza palla andando a occupare sempre il posto giusto. E in questi 92 minuti, due gol, di Pedro e Villa, per rimediare all'iniziale svantaggio, un palo, di Messi, tante azioni e la costante sensazione che la partita stesse andando esattamente dove volevano loro. Il Milan, come ha dichiarato Nesta, fa la fase difensiva a rinculo, indietreggiando quasi fino alla porta a ogni attacco del Barcellona. Una partita statisticamente senza storia, e  anche il risultato premia i ragazzi di Guardiola.
Poi il Milan capisce che basta un gol per passare da eroi. Fa un'azione manovrata una in 92 minuti e guadagna il calcio d'angolo. Batte Seedorf, stacca Thiago Silva e insacca. 2 a 2. Non c'è più tempo per altre tambureggianti azioni blaugrana. Finisce 2 a 2, con il 70% del possesso palla a favore dei catalani, e con due tiri nello specchio della porta per il Milan. Come si ferma il Barcellona? Culo, ci vuole culo, ma va bene anche così

lunedì 12 settembre 2011

Ne è valsa la pena.

Venerdì 8 settembre: finalmente inizia il campionato. Tantissimi gol e altrettante sorprese in questa prima/seconda giornata di Serie A.
Milan 2 - 2 Lazio
Partita iniziata alle 21:05 per il Milan, alle 20:45 per tutti gli altri. Infatti i rossoneri si ritrovano sotto di due gol, grazie a Klose e Cissè che ridicolizzano Nesta, manco fosse l'ultimo arrivato. Poi ci pensa il duo offensivo Ibra - Cassano a scongiurare la figura di merda casalinga alla prima.
Cesena 1 - 3 Napoli
I romagnoli, i primi nella storia della serie A a giocare su  un campo sintetico, meriterebbero di perdere la partita solo per il gol concesso a Lavezzi: rimessa laterale di Campagnaro di 50 metri a pescare il "Pocho" solo in area. Guana pareggia i conti, ma nella ripresa arrivano i gol di Campagnaro e Hamsik.
Juventus 4 - 1 Parma
Era tutto pronto per la festa bianconera, nel nuovo stadio, col nuovo allenatore, e festa è stata. Nel primo tempo Pirlo manda in gol Lichtsteiner (che poi dichiara: il gol è di Andrea, io ero lì e lo dovevo fare perchè era facile). Nella ripresa arrivano i gol di Pepe, Vidal e la perla di Marchisio. Al 92', sul 4 a 0, De Ceglie non trova niente di meglio da fare che abbattere Giovinco in area da ultimo uomo: rosso e calcio di rigore, che la stessa "Formica Atomica" realizza.
Catania 0 - 0 Siena
35 gradi all'ombra, partita che finisce tra gli sbadigli di quei pochi che sono rimasti svegli 90 minuti.
Chievo 2 - 2 Novara
Esordio shock per i piemontesi nella massima serie dopo 55 anni, che, pronti via, vanno sotto di due reti grazie a Thereau e Pellissier . Poi la rimonta, concretizzatasi a 5 minuti dalla fine, porta le firme di Marianini e Paci.
Fiorentina 2 - 0 Bologna
I Felsinei vanno più volte vicini al gol prendendo 3 pali e creando mille occasioni. I toscani, invece, i gol li fanno. Apre le danze il solito Gilardino con un colpo di testa dei suoi. Chiude i giochi Cerci.
Genoa 2 - 2 Atalanta
Miguel Veloso realizza la sua prima rete con la maglia rosso-blu, che porta in vantaggio i liguri. Ma il Genoa nel primo tempo non esiste. L'Atalanta, che parte da un -6 in classifica che pesa come un macigno, gioca meglio e chiude il primo tempo in vantaggio, grazie alla doppietta di Maxi Moralez. Nella ripresa Mesto approfitta di un assist della difesa atalantina e firma il pareggio.
Lecce 0 - 2 Udinese
I Friulani, reduci dall'eliminazione in Champions League, partono forte e dopo 80 secondi Basta sblocca il risultato. Al 16' ci pensa il solito Di Natale a chiudere i giochi.
Roma 1 - 2 Cagliari
I sardi approfittano di una Roma ancora in rodaggio e che non segna neanche a porta vuota in un campo in discesa, per fare bottino pieno all'Olimpico. I gol, tutti nella ripresa, portano le firme di Daniele Conti, El-Kabir e De Rossi a tempo scaduto. I capitolini fanno tanto possesso palla, il Cagliari 3 tiri in porta e due gol.
Palermo 4 - 3 Inter
La nuova Inter, del nuovo allenatore, che ha portato il nuovo modulo, rimedia una figura di merda dal sapore antico. Al Barbera i nerazzuri vanno due volte in vantaggio grazie a Milito, ma vengono sempre ripresi, prima da Miccoli, poi da Hernandez. Poi di nuovo Miccoli e Pinilla, regalano i 3 punti all'esordiente tecnico rosanero Mangia. Il gol di Forlan a tempo scaduto è utile solo per statistiche e fantacalcio.
35 gol segnati in questa giornata, alcuni veramente bellissimi.

Il Podio
  1. Miroslav Klose (Lazio): Nesta si dimentica per 20 minuti di essere uno dei centrali difensivi più forti del mondo. Klose lo sbeffeggia con un controllo di destro in corsa con dribbling annesso che lo porta dritto dritto da Abbiati, trafitto con il sinistro.
  2. Claudio Marchisio (Juvnetus): Pirlo lo mette a tu per tu con Mirante con una palla dolce dolce in aria. Lui può scegliere: metterla giù, guardare il portiere, mirare l'angolo e tirare, oppure fare un pallonetto in corsa al volo di esterno destro. Sceglie la seconda, coefficiente di difficoltà altissimo e gol che fa scendere lo stadio.
  3. Fabrizio Miccoli (Palermo): dalla sua mattonella preferita, calcia una punizione magistrale. Palla forte, carica di effetto che beffa Julio Cesar.

venerdì 9 settembre 2011

Welcome home

Juventus 1 - 1 Notts  Count.
Per i bianconeri a segno Toni. Da questo particolare si può facilmente intuire che si parla di amichevole.
Non "un'" amichevole, ma L'amichevole. Quella che ha inaugurato il Juventus Stadium (nome ancora provvisorio) (per fortuna), il nuovo stadio della società torinese. Il primo stadio di proprietà in Italia è nato nel 2011. Meglio tardi che mai, verrebbe da dire.L'impianto potrà ospitare 41000 tifosi (pochini se si considera che San Siro ne ospita 80000 circa, moltissimi se si considera che il tutto esaurito lo si registra 4 volte all'anno), avrà bar, ristoranti, musei, un ipermercato, un nido. Insomma: tanta roba.
L'ultima fila disterà dal campo circa 40 metri, la prima 7.5. Lo stadio sorge sulle ceneri del vecchio "Delle Alpi", impianto glorioso e che evoca ricordi bellissimi a tutti gli Juventini, ma anagraficamente vecchio e strutturalmente obsoleto. Italiano, insomma. I dirigenti della Juventus hanno dichiarato che si avrà un aumento della voce "ricavi dallo stadio" del 20% circa, e un aumento di fatturato del 13%. Tanti soldi in più, speriamo li usino per acquistare giocatori che formino una squadra vera dentro questo super-stadio. E, per l'amor del cielo, tenete lontano dallo stadio Toni