Pagine

sabato 31 dicembre 2011

C'è un cazzo da ridere

La prima giornata del campionato di Serie A si è giocata tra il 20 e il 21 Dicembre 2011 per effetto dello sciopero dei calciatori che ha fatto slittare l'inizio del campionato da fine agosto a metà settembre.
Ci ha rimesso la Nazionale, visto che ha dovuto affrontare due partite di qualificazione agli Europei senza che i propri giocatori avessero neanche un minuto di partita ufficiale nelle gambe.
Ci hanno rimesso le società, che per quello sciopero hanno perso un fottìo di soldi.
Ci ha rimesso la FIGC, in immagine, organizzazione e, anche loro, in soldi.
Ci hanno perso gli sponsor e le televisioni, che sul calcio giocato, quello vero, fanno girare un botto di quattrini.
E soprattutto ci hanno rimesso i tifosi, quelli che campano di pane e calcio, quelli che  vivono il sabato o la domenica con passione verso la maglia, che si sentono parte della squadra che tifano, tanto da usare la prima persona plurale dopo ogni partita: oggi abbiamo perso perchè abbiamo giocato male, ma sicuro la prossima la vinciamo. Siamo in casa. E sono proprio i tifosi che hanno dato il via alla più comune delle rivolte in Italia: quella su Facebook e Youtube. 
Tantissimi i gruppi,  le pagine e i video createsi che invitavano i giocatori ad andare a lavorare, a smettere di fare i bambini viziati, ad andare in miniera per capire il vero significato dei soldi. Moltissimi hanno provato a convincere gli internauti a fare uno sciopero del tifoso. Tutti commentarono lo sciopero, con una rabbia che non era dettata dai motivi reali dello sciopero, bensì dal fatto che i calciatori, unici responsabili secondo molti di questa astensione al lavoro, avevano allontanato di altre due settimane l'inizio del campionato: una bestemmia per gli italiani.
Ma l'estate del 2011 non verrà ricordato per lo sciopero dei calciatori, bensì per l'inchiesta Last bet scoppiata a Cremona: una serie di partite truccate per favorire le scommesse sportive. 
Come spesso succede, tutti gli indagati hanno dichiarato la loro estraneità ai fatti, completa o parziale. C'è chi ha indetto conferenze stampa strappalacrime (vedi Beppe Signori, un monologo commovente quanto un porno non d'autore), chi ha fatto la vittima, appoggiato dalla curva della squadra in cui gioca (vedi Cristiano Doni, con gli ultrà dell'Atalanta che marciavano con cartelli e striscioni e gridavano noi non siamo come i napoletani che hanno il figlio del Boss a bordo campo a vedere le partite) e chi, come Paoloni, portiere della Cremonese, ha ammesso le combine, ma mica aveva avvelenato i compagni. Come dire: ho stuprato quella donna, ma mica l'ho messa incinta. Vedendo certe immagini ci si chiede come abbiano fatto a scoprire tutto:


Poi, verso Natale, tutto cambia. Un certo Farina, giocatore del Gubbio, squadra che milita in serie B, denuncia che gli sono stati offerti soldi per combinare una partita. Iniziano intercettazioni, nuove indagini al termine delle quali finiscono in galera giocatori fino ad allora sconosciuti, con una passione verso il calcio e una professionalità tale che riescono tranquillamente a truccare le partite della propria squadra pur di ottenere discrete cifre di denaro. Ma finisce in galera anche Cristiano Doni, personaggio popolarissimo, il più famoso degli indagati, quello che si era professato innocentissimo solo tre mesi prima ora confessa tutto. Dice di averlo fatto per amore della maglia, che voleva solo il bene dell'Atalanta. Poi via via confessano tutti gli altri calciatori. Confessano quali partite erano state truccate, quali giocatori avevano detto sì e quali avevano detto no. Confessano le cifre sborsate e chi c'è dietro tutta la faccenda. Tutto viene a galla.
Le partite che milioni di persone guardavano alla TV, gli incontri su cui migliaia di persone scommettevano cifre più o meno grandi, convinte che i calciatori in campo si battessero per la maglia erano già decisi. Decine di partite già scritte, come un film. Calciatori che guadagnano dieci volte quello che guadagna un italiano medio vendeva le partite. Qualcosa di inconcepibile.
Ma nonostante tutto ciò sia venuto a galla, nonostante sia stato provato che c'era del marcio in tantissime partite di serie A, B e lega PRO la rabbia degli internauti non è esplosa. Solo un sacco di ilarità. Si è giocato su Doni Punto SNAI, sui Doni in galera per Natale, sul ponci ponci po po po, ti piace vincere facile? jingle dei Gratta e Vinci. Un sacco di ilarità e battute simpaticissime. D'altronde, mica si è fermato il campionato per queste cose. Domenica 8 i giocatori scenderanno regolarmente in campo, gli italiani potranno vedere la loro squadra alla tv e questo scandalo scommesse è solo un buon motivo per fare ironie battute e simpaticissimi fotomontaggi. In realtà non c'è un cazzo da ridere.

So che ve lo state chiedendo e la risposta è: sì, mi commuovo coi porno d'autore.

venerdì 23 dicembre 2011

Superstizione

Il calcio è forse l'ambiente in cui la superstizione viaggia più spedita. Dall'acqua santa del Trap ai Mondiali, al girarsi dall'altra parte quando un proprio calciatore batte un rigore. Dalle mutande fortunate da mettere prima di una partita, ai gesti scaramantici classici che non verranno citati per educazione, ognuno ha il suo rito anti-iella. Si è infatti spesso assistito a convinti massaggi ai coglioni per allontonare la sfortuna da sé e dalla propria squadra. I gesti sono i più disparati, e anche il linguaggio dev'essere consono al momento. Se si sta vincendo 8 a 1 all'88esimo e qualcuno si azzarda a dire: dai che forse questa la vinciamo quel qualcuno è un imbecille, uno che dovrebbe star zitto, uno iettatore. Se poi gli avversari segnano l'8 a 2 tutti guardano il portasfiga di turno come a dire: ce la vuoi proprio far perdere eh!?. In realtà questa pratica è diffusa in qualunque ambiente, ma nel calcio è particolarmente ingigantita. Perciò certe cose non vanno né dette né fatte né pensate.

Chiunque faccia l'allenatore, qualunque squadra alleni, di qualunque categoria faccia parte, da settembre a dicembre spera sempre di mangiare il panettone. Questo modo di dire, coniato da chissà chi, si riferisce alla possibilità che ha un allenatore di restare alla guida di una squadra anche durante il periodo Natalizio. Ora, non credo che chi venga esonerato prima non mangi panettone, a meno che non preferisca il pandoro, ma quello è un altro discorso che tratterà Benedetta Parodi nel suo prossimo immancabile libro, però se uno viene esonerato prima del 25 Dicembre, si dice che non mangerà il panettone.

Unendo queste due scene di calcio vissuto, molto belle che sono certo aver fatto bene a scrivere, vien da sé che c'è una cosa che proprio non va fatta mai, e non va fatta specialmente se non vinci da un botto di tempo, se in trasferta hai fatto due punti, senza mai fare un gol. Non va fatta per nessun motivo soprattutto se il tuo presidente si chiama Maurizio Zamparini ed è uno che ha cambiato più allenatori che calze. Ed è questa: 




Questa simpaticissima scenetta è stata recitata dall'allenatore del Palermo Devis Mangia prima della delicatissima partita tra il Catania e i rosanero, derby sentitissimo da entrambe le tifoserie e da entrambi i presidenti. Questa partita, da sola, può decidere il futuro dell'allenatore di una delle due squadre.
Io non credo nella superstizione, passo anche se ha appena attraversato un gatto nero, non butto il sale per motivi inutili e piango più per il valore dello specchio che per le conseguenze scaramantiche se ne rompo uno.
Ma un gesto del genere, prima di una partita che hai perso 2 a 0 senza mai giocarla realmente, prima di una partita che sarà la tua ultima sulla panchina del Palermo, prima di un derby, non va fatta non perchè porti sfortuna, ma per evitare la figura di merda. Troppo tardi Davis, sarà per la prossima.

venerdì 16 dicembre 2011

Bagni di umiltà

E' capitato anche a voi, mentre stavate guardando la partita, di sentire una fastidiosa sensazione, come se qualcuno avesse bagnato un tubo di Pingles, l'avesse fatto rotolare nella sabbia, e ve lo stesse infilando nel retto senza burro né vasellina? Voi vi alzate, controllate, ma nulla. Nessun tubetto di Pringles, però anche in piedi la sensazione di fastidio continua, e non capite proprio da dove arriva. Ecco, quello è il commento tecnico.
Salvo casi isolati, come Chiellini o pochi altri, i calciatori non sono granché istruiti. Iniziano la loro carriera giovanissimi, trascurando la scuola perché il loro percorso lavorativo non prevede diplomi. Di conseguenza hanno un'istruzione un po' raffazzonata. Le loro capacità oratorie, quindi, sono tra l'imbarazzante e il patetico: se avesserebbi avuto la freddità giusta quel gol non me lo mangiai. Peccato perchè la squadra ha fatto bello. Ma siccome le interviste costituiscono il 5% del mestiere del calciatore, e siccome è l'unico modo che hanno per parlare e mettere a nudo tutte le loro carenze grammaticali, non è un così grande dramma. Poi però i calciatori crescono, invecchiano, smettono di fare il calciatore e, una minima parte di loro, iniziano la loro carriera come commentatore tecnico.
Il commentatore tecnico è quello che fa da spalla al telecronista. Mentre quest'ultimo racconta la partita, enfatizzando le azioni principali, dando numeri e statistiche nei periodi di calcio brutto, il commentatore tecnico è quello che fa le analisi tecnico-tattiche delle squadre, spiega i cambi, analizza i movimenti dei calciatori eccetera.
L'unico problema è che, in questo mestiere, le capacità oratorie costituiscono il 99% del lavoro (il restante 1% non ho idea di cosa sia, ma non volevo esagerare), grazie a questa nuova carriera gli ex-calciatori possono mostrare tutte le proprie lacune.
Ma c'è chi, di lacune di sintassi e grammaticali, ne ha fatto un vero e proprio marchio di fabbrica. Sciorina frasi al limite del paradossale con una nonchalance invidiabile, sbaglia i verbi con precisione chirurgica, inizia una frase e la finisce con i tre puntini di sospensione: L'Inter dovrebbe provare a capitalizzare le... per poi spegnersi. Uno che se non fosse tanto tanto divertente sarebbe schifoso, pur riuscendo a essere l'uno e l'altro: Salvatore Bagni.
Nato all'ombra di Di Pietro, Bagni da calciatore ha vinto uno scudetto col Napoli di Maradona. Ma le sue prodezze calcistiche sono state ampiamente superate da quelle oratorie. Lui, Salvatore Bagni, è uno che sarebbe dovuto andare a zappare la terra appena finito di fare il calciatore, invece è stato preso dalla RAI per commentare le partite dell'Italia. Facendo figure come questa:


Ma Bagni è anche tanto tanto simpatico, e a Ciro Ferrara, che aveva appena perso una partita, che stava attraversando un periodo difficilissimo, che aveva in mano una squadra che non vinceva, che era sull'orlo dell'esonero, ma soprattutto che è (o era) suo grande amico e compagno di squadra al Napoli, disse:


E giù con le grasse risate sguaiate, un amico che tutti vorremmo.
Tore, e gran parte dei suoi colleghi, sono il tubo di Pringles impanato nella sabbia e infilato nel retto che allieta le vostre partite. Grazie Salvatore.

giovedì 15 dicembre 2011

L'arte del silenzio

I gironi di Champions League e di Europa League sono strutturati nello stesso modo: quattro squadre si sfidano tra loro due volte (andata e ritorno) per un totale di 8 partite. Passano alla fase successiva le prime due di ogni girone.
Capita così che all'ultima giornata del girone molti verdetti siano ormai già scritti e impossibili da stravolgere, altri verdetti siano quasi scritti e molto difficili da stravolgere e altri ancora sono ancora tutti da scrivere e non c'è una sega da stravolgere.
Ajax - Real Madrid faceva parte del secondo caso. Il Real primo matematicamente, l'Ajax secondo e quasi sicuro di passare visto che ha 3 punti in più rispetto alla terza, il Lione, e una valanga di gol di differenza, qualcosa tipo 7. Anzi no, esattamente 7.
Il calcio non è il rugby, che se fai tanti punti in più del tuo avversario hai punti bonus, il calcio è il calcio e puoi fare massimo 3 punti in ogni sfida. Non puoi proprio farne di più, anche volendo. Quindi il vantaggio di punti dell'Ajax è abbastanza rassicurante.
Il calcio non è il basket che se tiri da mille metri e segni quel gol vale 3. Nel calcio puoi segnare anche da casa tua, ma vale sempre uno. Quindi il vantaggio di reti dell'Ajax è molto rassicurante.
Inizia Ajax - Real Madrid. Tanta gente a vedere la partita, sia perché l'Ajax è quasi matematicamente qualificato ed è una festa, sia perchè il Real è una squadra zeppa di fenomeni e vederli giocare è sempre uno spettacolo. All'Ajax annullano due gol per fuorigioco che definirei estrosi per rendere l'idea del guardalinee che li ha sbandierati.
Che poi, anche fare gli arbitri o i guardalinee in queste partite viene sempre facile. Dirigi due squadre che giocano per finta. Puoi fischiare, sbandierare e ammonire quello che ritieni più simpatico, estroso o fantasioso che tanto non accade nulla di grave. Una pacchia.
La partita finisce 3 a 0 per gli ospiti, sarebbe potuta finire 3 a 2, ma il fenomeno ha deciso di alzare la bandierina per burla. In ogni caso non aveva protestato nessuno. Non c'era proprio motivo di protestare: era una festa! Fai anche brutta figura se vai a una festa e rompi i coglioni.
Il caso vuole che l'altra partita del girone, quella tra la quarta e la terza, quella che contava anche meno della partita appena descritta perchè in quel di Zagabria non c'era proprio un cazzo da festeggiare, Dinamo Zagabria - Lione finisca 1 a 7.
Ora, che la Dinamo Zagabria sia scarsa scarsa è fuori discussione, ma non ne ha preso 7 neanche dal Real Madrid al Bernabeu, prenderne 7 dal Lione in casa è paradossale. Soprattutto se il primo tempo finisce 1 a 1. Ma la cosa più strana è che nel secondo tempo in campo c'erano anche quelli della Dinamo Zagabria! Erano lì, con la loro magliettina. E sono piuttosto certo che verso metà ne ho persino visto uno muoversi. Movimento lento eh! Cauto, magari si fa male il ragazzo, però si è mosso.
Quel secondo tempo è finito 6 a 0 per il Lione. Ajax eliminato e Lione alla fase successiva. 
Qualcuno, per la precisione francese, è andato alla festa dell'Ajax a rompere i coglioni. 
Come se non fosse abbastanza strano e sconcertante che in un secondo tempo di Champions League si segni un gol ogni 8 minuti circa, si aggiunge anche un simpatico occhiolino che il difensore della Dinamo Zagabria fa all'attaccante del Lione dopo che quest'ultimo aveva segnato il quinto gol. Che cazzo avrà da fare occhiolini quando ne ha appena preso 5 davanti ai suoi tifosi, facendo una figura di merda di fronte a tutta Europa, quel biondino di merda?
Questo è un po' quello che ci si è chiesto in tutto il vecchio continente. C'è chi ha ipotizzato che la partita fosse venduta, chi che fosse regalata, e chi invece fa parte dell'Uefa e non ha colto nessuna irregolarità.
Delle faine all'Uefa. Guai a fargliela sotto il naso, se ne accorgono subito. 
In partcolare, il presidente Platini ha dichiarato che la Dinamo Zagabria non ha una buona difesa e che è capitato anche a lui, quando era calciatore, di dover ribaltare una situazione drastica e di riuscirci, sentenziando con uno spettacolare questo è il calcio. Poesia pura.
Tra uno 'sticazzi e un me cojoni ci si domanda se forse Platini non facesse meglio a star zitto. La risposta è data da questa foto:
In blu, il biondino che fa l'occhiolino, dall'altra parte un'orrido abbinamento tra un ragazzo nero e una magliettina che solo a pensarla di quel colore di vuole coraggio.



Forse sì, che dici Michel?





venerdì 9 dicembre 2011

Il nuovo Re Mida

C'è un calciatore che quest'anno ha deliziato tutti. Tifosi, allenatori, compagni, colleghi. Qualunque sia la fede sportiva, hanno visto i tocchi, le prodezze e i gol di questo centrocampista centrale e sono rimasti estasiati.
Lui è Claudio Marchisio, classe 1986, tirato su a pane, Juventus e figa.
Cresciuto calcisticamente proprio nella società bianconera, ha dichiarato che in discoteca, quando si prenotava un tavolo sotto il  nome di primavera Juventus le ragazze leggevano solo Juventus e diventano improvvisamente estremamente disponibili.
Ora che Claudio è arrivato nel calcio che conta, e che ci è arrivato da protagonista assoluto con la sua squadra, potrebbe avere il quadruplo della figa che aveva quando era un 15enne, ma ha deciso di rinunciare, convolando a nozze 3 anni fa.
Ma non è la figa che fa di un calciatore un campione, infatti i vari Simone Inzaghi, Francesco Coco e Joaquin Larrivey sono a stento considerati atleti.
Claudio è un campione perché, pur essendo un centrocampista, ha segnato più degli attaccanti.
E' un campione perché nel corso della sua carriera ha avuto tantissimi allenatori, da Cagni a Deshamps, da Delneri a Conte, da Lippi a Prandelli, e tutti lo facevano giocare tantissimo, facendolo diventare un perno in qualsiasi squadra.
E' un campione perché durante la partita di Tim Cup (la coppa Italia) Juventus - Bologna, quando la squadra era ancora ferma sullo 0 a 0, Conte, invece di mandare in campo un attaccante, o di mandare in campo Toni, ha deciso di mettere Marchisio, sicuro che gli avrebbe risolto la partita.
E' un campione perché quella partita l'ha risolta davvero, con un gol ai supplementari, un gol bellissimo.
Claudio sta vivendo uno stato di forma incredibile, segna con regolarità disarmante, fa sempre e solo la cosa giusta. Trasforma in oro tutto quello che tocca, ed è stato capace di offuscare un altro campione come Andrea Pirlo.
Claudio è un fenomeno purissimo, uno che, a 25 anni, è già uno dei centrocampisti più forti del mondo.

domenica 4 dicembre 2011

'U Guerrero

Se sei un attaccante del Cagliari stagione 2011 - 2012 hai due possibilità: o prendi esempio dai vari Nenè, Thiago Ribeiro e Larrivey, non azzeccandone mai una, non segnando neanche a porta vuota col vento a favore in un campo in discesa, facendo rimpiangere perfino Cammarata e la buonanima di Mayele, oppure fai delle discrete cose, ma che per la legge stai vicino a un totano, tu sembrerai una gran pezzo di gnocca, diventi un fenomeno.
Victor Guerrero Ibarbo aveva scelto la strada più comoda, ovvero la prima. Aveva la scusa di essere giovane, appena arrivato e di non giocare mai titolare nelle prime partite. Così quando entrava in campo pensava di essere al campetto con gli amici, colpi di tacco in profondità per il guardalinee di turno, veroniche esteticamente esemplari, ma fatte all'indietro nella propria metà campo senza un avversario uno neanche vagamente interessato al pressing, un palo colpito da una posizione in cui un attaccante, se non si chiama Lucas Pratto, non può proprio permettersi di sbagliare e tante belle giocate utili quanto un leghista.
Poi, improvvisamente, al 64esimo di Catania - Cagliari si ricorda che è tanto tanto veloce, e che basta veramente poco a passare per eroi in quel di Cagliari ormai: basterebbe un gol, uno facile facile. Di rigore, di rapina, di mano, in fuorigioco o di mano e in fuorigioco non importa proprio a nessuno, sempre in quel di Cagliari. Solo che 'u Guerrero esagera. Semina panico nell'area etnea, saltando due giocatori più il portiere semplicemente correndo. Non una finta, non un doppio passo, una rabona, un no-look. Niente. Si è solo messo a correre. Tanto è bastato a fare un gol pazzesco, e a portare tre punti indispensabili per la propria squadra.
Da lì in poi 'u Guerrero sembrava Messi che affrontava tanti piccoli Bonucci catanesi. Dribbling ubriacanti, corse costanti, assist interessantissimi.
Ma la cosa prodigiosa di questo 20enne colombiano è che faceva tutte queste belle cose dando a tutti la costante e continua sensazione che stesse per cadere. E' un movimento scoordinato continuo. Le gambe sono organi che vanno per i cazzi loro, un po' di qua, un po' di la. Una cosa tra l'esilarante e il preoccupante.
Per una città e una tifoseria che ancora rimpiange la partenza di David pantera nera Suazo, questo ragazzino tottu incasinau e tottu trottu (estremamente incasinato ed estramemente storto) che fa gol del genere basta e avanza per riaccendere il tifo Rossoblù.



Qui, ancora 'u Guerrero che fa la finta di cadere
e invece poi no, un po' come Ercolino, lui è
sempreinpiedi.

sabato 3 dicembre 2011

Il duo comico Bebo - Chicco

Ieri c'era Genoa - Milan, anticipo degli anticipi della serie A. Io non tengo particolarmente a nessuna delle due squadre, ma essendo malato di calcio avrei voluto vederla. Purtroppo impegni sportivi mi hanno impedito di guardare il primo tempo. Così, per la prima mezz'ora, ho solo visto il risultato e le formazioni connettendomi a internet dal cellulare. E proprio vedendo gli 11 rossoblu c'è stata la prima sorpresa: in campo c'era tale Lucas Pratto. Non lo conosco, ma stava tenendo in panchina Caracciolo. Ora, non che ci voglia un fenomeno a tenere fuori Caracciolo eh, basta un calciatore, ma conoscendo l'attacco del Genoa mi sembrava strano che, vista l'assenza di Palacio, l'Airone stesse in panchina. Ma magari Pratto è forte, vedremo.
Salgo in macchina per tornare a casa, accendo la radio e la sintonizzo sulla radiocronaca. Appena tocca palla Pratto il radiocronista sentenzia: non ha grandi doti tecniche il ragazzo, ma si impegna e ci mette tanta buona volontà. Beh almeno si impegna, quanto scarso può essere tecnicamente uno che gioca in serie A?
Torno a casa, mi metto comodo e guardo il secondo tempo della partita. La prima palla che tocca il mio nuovo oggetto misterioso è un bel recupero difensivo, dopo il quale il telecronista commenta: durante il primo tempo Pratto ha mostrato evidenti lacune tecniche, ma lotta su ogni pallone e corre tantissimo. Ho pensato fosse un complotto, e ho deciso di sceglierlo come mio nuovo giocatore preferito.
E' durato circa 21 secondi in cima alle mie preferenze, il tempo di vederlo con la palla tra i piedi.
Già un attaccante che indossa il numero 2 non parte benissimo, ma seguendo la teoria del al cuor non si comanda decido di continuare a dargli fiducia.
Poi lo vedo in tutto il suo splendore, palla al piede. Stava letteralmente inzozzando la maglia della squadra più vecchia d'Italia. E lo faceva con un savoir faire e una nonchalance invidiabile. Sembrava avesse il piede destro al posto del sinistro e il sinistro al posto del destro, che avesse allacciato le scarpe tra loro e che a lui passassero solo oggetti dalla forma piramidale, tenendosi per sé i palloni. Un insulto alla serie A, al campionato a lungo considerato il più bello del mondo.
Guardo circa mezz'ora di partita, seguendo sempre i movimenti di Lucas, sempre scoordinati, sempre sbagliati. I difensori del Milan hanno avuto più difficoltà a rubare la palla al raccattapalle che a Pratto. Un'autentica porcheria poggiata su un campo da calcio.
Poi lo inquadrano, un primo piano invidiabile, e capisco di chi è la colpa.
Ennesima palla persa dal mio nuovo eroe, ennesima rimessa laterale regalata con fiocco e pacco al Milan. E lui, senza batter ciglio, torna alla sua posizione, no non la sua vera e propria perchè sarebbe dovuto andare a zappare la terra, invece è andato nella posizione che competerebbe a un attaccante. E mentre ci va, senza batter ciglio, assume questa espressione:


Ora, Alberto Malesani, che cazzo ti è venuto in mente quando hai deciso di schierare questo totale incompetente?
Ora, Enrico Preziosi, che cazzo ti è venuto in mente quando hai deciso di comprare questo scherzo umano?
E' cattiveria la vostra, Bebo e Chicco! E' preferire le risate e l'esilarante momento in cui tocca palla alle vittorie in campionato. Bebo e Chicco siete due persone orribili, che vi divertite alle spalle della povera gente che arriva in Italia con la promessa di un lavoro e di una vita migliore, e che usate solo per i vostri luridi sporchi giochi ludici. Andreste condannati per il vostro comportamento irresponsabile e meschino. Oppure no, visto che mi sono divertito un sacco a vedere lui che si affanna cercando di praticare uno sport che evidentemente non è il suo, provando a fare movimenti che evidentemente non gli competono, quali correre, saltare, stoppare una palle, allacciarsi le scarpe.
Bebo e Chicco siete due persone orribili, ma mi avete fatto tanto ridere.


giovedì 1 dicembre 2011

Essere calciatore

Il sogno di moltissimi bambini, e di tutti quelli che giocano a calcio è quello di arrivare in serie A e giocare in un top club. Per guadagnare un sacco di soldi, sentirsi importante, guadagnare un sacco di soldi, viaggiare l'Europa, guadagnare un sacco di soldi, essere a contatto con i miti dell'infanzia, guadagnare un sacco di soldi.
Pablo Daniel Osvaldo, argentino, ma naturalizzato italiano, ed Erik Lamela, argentino rimasto argentino, ci sono riusciti. Giocano nella Roma. Sono giovani, ricchi, famosi, Lamela è anche un bel ragazzo, Osvaldo se tanto mi dà tanto è simpatico.
Ma giocare a certi livelli non è psicologicamente facile: la pressione è altissima, ogni mossa è sotto i riflettori e uno sbaglio può significare inferno per una settimana.
Quindi questi due giovanotti, dopo la sconfitta di Udine non hanno trovato niente di meglio da fare che insultarsi pesantemente e picchiarsi come fabbri.
Tutto sarebbe nato dopo che Erik ha detto a Paolo (la naturalizzo anche io) che non era mica Maradona. Paolo, evidentemente fino a quel momento convintissimo di essere el Pibe de Oro, si è incazzato come una bestia! "Ma come, io Pablo Diego Daniel Armando MaradOsvaldo, vengo insultato da un 19enne a caso? Non sia mai", avrà pensato. Quindi, per evitare di far uscire dallo spogliatoio voci infondate che lo vedevano solo Osvaldo e non Maradona, ha pensato bene di picchiare Erik.
Ora, Erik  e Paolo sono alti uguale, ma quest'ultimo pesa 10 kg in più, che presumibilmente sono muscoli. Qualcosa mi dice che Erik le abbia prese senza reagire più di tanto.
Totti viene a sapere dell'accaduto, se lo fa rispiegare una dozzina di volte per evidenti limiti cerebrali, e da bravo capitano risolve la questione: tutti fuori a cena, pagano i due litiganti, gode il resto della rosa, Burdisso zoppo compreso,  che mangia e beve a gratis.
Proviamo ora a entrare nei panni di Erik.
Arriva a Roma dall'Argentina, a 19 anni appena compiuti. Città nuova, lingua nuova, calcio nuovo. Non conosce nessuno, e non può neanche giocare perchè infortunato. Finalmente riesce a ritagliarsi un po' di spazio e a giocare. Trova un connazionale, più esperto e anziano che potrebbe fargli da tutor. Dopo una partita nervosa e tesa, in cui si è perso 2 a 0, va dal suo tutor e gli dice, con molto rispetto, che forse non è il giocatore più forte della storia del calcio, e viene preso a schiaffi come se gli avesse scopato la moglie. Il capitano viene a sapere tutto, e non trova altro di meglio da fare che approfittare dell'occasione per fargli pagare il conto del ristorante con circa 20 persone a tavola.
Come se non bastasse legge sui giornali che quello che lo ha pestato, alto quanto lui, ma grosso il doppio, dice che la pace è fatta e che hanno sbagliato tutt'e due.
E allora diteglielo che è un complotto, si infila una scopa in culo e ramazza casa di Totti e de Rossi.

Perchè lui vale

Javier Zanetti detiene parecchi record: straniero in attività con più presenze in serie A, giocatore con più presenze nella storia dell'Inter, giocatore con più presenze consecutive con la maglia dell'Inter, giocatore con più presenze nella storia argentina, giocatore più pettinato del globo terracqueo. In pratica chiunque giochi in squadra con lui sa già che la formazione titolare è composta da dieci giocatori che ruotano più Zanetti.
Verrebbe da pensare che Zanetti abbia rotto i coglioni. Invece no, è considerano univocamente un Signore, un campione fuori e dentro il campo.
Verrebbe da pensare che sì, avrà fatto più partite allo stadio che cagate al cesso, però magari è il classico giocatore da subbuteo umano, che sta fermo 90 minuti, fa il compitino, appena riceve palla la rende, senza arte ne parte. In realtà non verrebbe da pensarlo, perché si sta parlando di Zanetti, non di un pivellino del Real Pusterlengo, quindi lo conoscerete tutti. Ma io lo scrivo lo stesso perchè sono qui apposta. Zanetti non è il classico giocatore da subbuteo umano. Lui corre dal primo minuti fino all'ultimo di gioco con la stessa freschezza e lucidità mentale.
Più o meno la giornata tipo di Zanetti è così:

  • ore 7:00: sveglia;
  • ore 7:01: si mette il parrucchino (mi rifiuto di credere che siano suoi);
  • ore 7:02: colazione a base di qualcosa che conosce solo lui perché altrimenti non si spiega;
  • ore 7:05: si cambia per la corsetta;
  • ore 7:10: inizia la corsetta;
  • ore 21:30: fine della corsetta
  • ore 21:31: dà i souvenir appena presi in giro per l'Europa a moglie e figli;
  • ore 21:45: doccia;
  • ore 22:00: cena a base di qualcosa che è molto simile a quello che ha preso a colazione, ma non identico per non mangiare sempre le stesse cose;
  • ore 22:30: dà due colpi ben dati alla moglie, perché oltre a essere un gran calciatore e un gran signore è anche un gran marito;
  • 23:30: riposo.
Zanetti nel corso della sua carriera all'Inter ha avuto tantissimi allenatori più Gasperini, ma tutti lo facevano giocare titolare, partita dopo partita. Quindi i casi sono due: o Zanetti è un fuoriclasse del calcio moderno, un campione di livello mondiale, mai degnamente celebrato a livello personale per quanto riguarda onorificenze e premi, oppure in più di 20 anni di carriera gli è sempre andata di culo.

mercoledì 30 novembre 2011

30 ore su 24

Quante volte non siete riusciti a conciliare i vostri impegni e i vostri interessi per mancanza di tempo? Quante volte avete dovuto sacrificare ore di sonno per riuscire a fare tutto quello che avevate in mente di fare? E' un problema quasi da tutti, ma non da Adrian Mutu.
Il giocatore ora al Cesena, eletto per quattro volte giocatore romeno dell'anno, oltre a mettere a nudo la crisi del calcio romeno, visto che quando non vince lui vince Chivu, riesce a conciliare perfettamente i suo impegni professionali, la sua vita privata e gli interessi personali.
Si allena regolarmente con la squadra, si ubriaca come una spugna, partecipa a risse di quartiere, risse regionali, e sovente partecipa ai campionati romeni di rissa, che puntualmente vince.
Una volta riacquistata la sobrietà, trova il tempo di farsi citare dal Chelsea e diventare debitore di 17 milioni di euro, da versare a una delle società che peggio ha investito negli ultimi 10 anni. da quando l'Inter si è ritirata dalla competizione. Basti pensare ai faraonici acquisti di Shevchenko e Fernando Torres, due che hanno più lettere nel cognome che gol con la maglia dei Blues.
Ma Adrian ha ancora parecchie ore libere quindi quando torna a casa picchia forte forte la moglie,  dorme quelle 10 ore per far passare il mattone, si cura quel porro che è arrivato secondo al premio "il miglior Porro d'Europa", preceduto solo dall'espertissimo e imbattibile Bruno Vespa e gioca al tiro dello pneumatico nella statale con i figli.
Poi la domenica scende in campo, ritrova un amico come Frey, cinque anni insieme nella Fiorentina e ora divisi, e non trova di meglio da fare che tirare un rigore facendo un cucchiaio, che dopo il tunnuel di rabona con successivo "Olè" gridato come in una pubblicità Nike, è la peggior presa per il culo esista nel calcio. Poi però lo abbraccia, scene da Libro Cuore.
Il nostro Adrian però, non ha ancora finito la giornata. Mentre gli altri stanno vivendo un nuovo giorno lui ha tempo di tornare a casa, rianimare la moglie, curarla e medicarla, studiare un po' per prendersi la seconda laurea in Scienze dello Sport dopo quella in Giurisprudenza e guardarsi Porta a Porta per carpire i segreti del presentatore e provare a vincere, l'anno successivo, il premio "il miglior Porro d'Europa".

Altro che Disney

Vi voglio raccontare la bella favola di Leonardo Bonucci.
Leo è un ragazzone di un metro e novanta centimetri, che pesa 82 kg e ha 24 anni. Ma Leo è un ragazzo fortunato, molto fortunato.
Sarebbe di per sé una gran fortuna giocare a calcio in uno dei club più titolati del mondo e rappresentare la propria Nazionale, ma Leo è ancora più fortunato perché, a differenza di tanti suoi colleghi, il calciatore proprio non lo sa fare.
Sarebbe un difensore centrale, ma ha la reattività di una balena spiaggiata, il senso della posizione di uno con la labirintite e il tempismo di uno che non ha tempismo (non mi venivano i paragoni, sono le due e mezza in fondo).
Ma Leo non si ferma qui, perché il ragazzo è tanto tanto ambizioso, lui vuole fare anche il regista, quel particolare ruolo riservato a chi ha piedi buoni e che riesce sempre a fare il lancio millimetrico.
Così il ragazzo appena ha la palla dà una rapida occhiata al compagno che si sta smarcando, un calcolo della forza, dell'effetto e della direzione da imprimere al pallone e via, fiondata di 40, 50 o 60 metri che finisce sempre in fallo laterale.
Ci sono tante persone che hanno reso Leo un fortunatissimo ragazzo. Il primo è Giuseppe Marotta, dirigente della squadra in cui gioca. Il lungimirante Peppe ha acquistato questo talentuosissimo giardiniere alla modica cifra di 15 milioni di euro permettendogli, firmando un co.co.pro. della durata di cinque anni, di guadagnare circa 140 volte quello che guadagnano gli altri giardinieri.
Il secondo gradino del podio se lo dividono equamente Luigi Delneri e Antonio Conte. Totò e Gigi hanno visto questo ragazzone in campo, e invece di fargli fare il proprio lavoro con cesoie e tosaerba l'hanno fatto giocare. Ora, giocare no, ancora quello non sono riusciti a farglielo fare, ma lo schierano sempre in campo, con risultati esilaranti. Uscite a vuoto, anticipi inesistenti, marcatura ai limiti del vago. E ogni volta che gli si fa notare che ha fatto una grande cagata, Leo guarda con quell'espressione cucciolosa, un po' rincoglionita, tipica di chi proprio non ha idea di quello che è il mestiere del calciatore.
E' veramente confortante sapere che ci sono ancora storie come questa. C'è ancora speranza per un netturbino di essere assunto come primario di cardiochirurgia, c'è ancora speranza per una botte di merda alta un metro e venti per centoventi kg di essere la nuova protagonista della collezione primavera-estate di Calvin Klein, e c'è ancora speranza per me di vincere il Pulitzer scrivendo "3401212121 chiamami sono Tatiana, sono bollente bocca culo figa 30 euro" nel bagno della stazione Santa Maria Novella.

lunedì 7 novembre 2011

Just playing in the rain

Polemiche e pioggia hanno accompagnato la giornata di campionato appena trascorsa. Genoa - Inter non si è giocata per i noti disagi che la pioggia ha causato a Genova. Napoli - Juventus non si è giocata per lo stesso motivo, nonostante i disagi che la pioggia ha causato a Napoli sono di gran lunga meno noti. Così questa giornata monca vede Lazio e Udinese in testa alla classifica.
Palermo 3 - 1 Bologna
I felsinei sono l'ennesima squadra a doversi inchinare alla legge del Barbera. I rosanero colgono la quinta vittoria in altrettante sfide casalinghe, maturata grazie ai gol di Zahavi, Silvestre e del ritrovato Ilicic. Gli ospiti non hanno sfigurato, ma hanno trovato uno Tzorvas impenetrabile. La rete della bandiera rossoblù porta la firma di Ramirez quando però ormai è tardi.
Novara 0 - 2 Roma
Sul sintetico del Piola i capitolini tornano alla vittoria dopo le due sconfitte consecutive contro Genoa e Milan. Le reti, tutte nella ripresa, sono di Bojan e Osvaldo. 
Atalanta 1 - 0 Cagliari
E' molto molto difficile strappare più di un punto quando non si segna. Lo sa bene Ficcadenti, allenatore della squadra con l'attacco meno prolifico delle ultime 5 giornate. E quando sfidi una squadra che può schierare German Denis, l'autore del vantaggio orobico, anche strappare quel punticino può essere un impresa. 
Cesena 0 - 1 Lecce
Il debutto di Arrigoni sulla panchina cesenate è tutt'altro che fortunato. I padroni di casa fanno la partita per 90 minuti, gli ospiti si chiudono e provano a ripartire. E su uno di questi contropiedi Cuadrado fa 50 metri di campo palla al piede, entra in area quasi indisturbato, tira in porta. La conclusione viene deviata da un difensore e inganna Antonioli.
Chievo 1 - 0 Fiorentina
Brutta partita dei gigliati, che fanno un significativo passo indietro rispetto alla partita contro il Genoa, e il Chievo, che veniva da tre sconfitte consecutive, ne approfitta. Il gol decisivo arriva grazie a Rigoni, che raccoglie  solissimo nell'area piccola una spizzata di testa. Con il controllo di petto salta Boruc, che proprio in quel momento stava giocando a sacco pieno, sacco vuoto saltando come un imbecille, e deposita nella porta vuota.
Lazio 1 - 0 Parma
Gara ben giocata da entrambe le formazioni, che vive il proprio momento chiave al minuto 2 della ripresa, quando Valiani entra al posto di Giovinco. Da questo momento i ducali, senza il proprio miglior giocatore, si spengono lasciando l'iniziativa ai padroni di casa che, a 5 dalla fine, passano in vantaggio grazie a Sculli, che insacca da 83 millimetri dopo salvataggio sulla linea di Zaccardo.
Milan 4 - 0 Catania
Gli etnei ammazza grandi si scoprono piccoli piccoli di fronte a San Siro e al Milan, che segna due reti per tempo. Nella prima frazione un rigore di Ibrahimovic e il gol di Robinho mettono in discesa la partita. Nella ripresa arriva l'autogol di Lodi e il tap-in di Zambrotta.
Udinese 2 - 1 Siena
I friulani, reduci dal pesantissimo 0 - 4 contro l'Atletico Madrid, si risollevano in campionato, ottenendo vittoria e primato. Sblocca la gara Basta con un tocco sotto in area di rigore. La chiude il solito Di Natale nella ripresa. Al 77esimo Bolzoni la riapre, ma gli ospiti non riescono ad arrivare al pareggio.

Il Podio

  1. Robinho (Milan): Lancio di 50 metri di Ibrahimovic a pescare il numero 70, che controlla sul lato corto dell'area di rigore. Gioco di gambe che manda a scuola Bellusci. Interno destro a depositare la palla sul palo lontano e gol capolavoro
  2. Di Natale (Udinese): Arriva al limite dell'area e finta il tiro, mandando al bar mezza difesa senese e parte della curva Sud del Friuli. Ingresso in area ed esterno destro tranquillo tranquillo a battere un ingolpevole Brkic.
  3. Bolzoni (Siena): Lancio lungo per Calaiò che di testa fa una sponda perfetta per il centrocampista scuola Inter, che arriva in corsa e di esterno destro calcia una sassata all'incrocio dei pali sulla quale neppure Handanovic può nulla. Come primo gol in serie A, veramente tanta roba.


martedì 1 novembre 2011

Crisi nera(zzurra)

10 partite di campionato giocate e 29 reti segnate, ma nessuna ha catalizzato l'attenzione più delle tre segnate a San Siro tra Inter e Juventus. Il derby d'Italia, una delle rivalità più sentite in campionato. L'Inter cerca una vittoria scacciacrisi, la Juventus deve dare continuità alla vittoria contro la Fiorentina e andare a prendere il Milan.  90 minuti tesi, nervosi, spettacolari e avvincenti hanno ributtato la Beneamata  dentro una crisi nerissima. Un punto dalla zona retrocessione, due vittorie, due pareggi e ben cinque sconfitte per i Campioni del Mondo in carica. E Moratti non sa più a cosa aggrapparsi.
Catania 2 - 1 Napoli
Dopo aver battuto l'Inter e aver pareggiato contro Juventus e Lazio, gli Etnei si confermano squadra ostica. Cavani porta avanti i Partenopei dopo circa 30 secondi, ma le reti di Marchese e Bergessio lanciano il Catania al sesto posto in campionato.
Roma 2 - 3 Milan
Partita spettacolare all'Olimpico, ricca di gol ed emozioni. Ibrahimovic porta avanti i suoi, ma Burdisso ristabilisce la parità, prima del nuovo vantaggio rossonero grazie a Nesta. Tre gol, ed è passata solo mezz'ora. Nella ripresa Ibrahimovic segna l'1 - 3. Bojan sfrutta una corta respinta di Abbiati e accorcia le distanze, Ma è troppo tardi per cercare il pareggio
Inter 1 - 2 Juventus
Io non rubo il campionato e in B non sono mai stato. Questo lo striscione con il quale i tifosi interisti hanno accolto la rivale storica. Iniziano benissimo i padroni di casa con due occasioni di Pazzini e Cambiasso. Ma è la Juve a portarsi in vantaggio con un facile tap-in di Vucinic su corta respinta di Castellazzi dopo il tiro di Matri. L'Inter accusa il colpo e balla pericolosamente sui contropiedi. Due volte Matri si presenta a tu per tu con il portiere avversario ma non concretizza. Milanesi che trovano il pari grazie a una sassata di Maicon deviata che si infila nel sette. Neroazzurri che continuano a spingere e prendono una traversa con Pazzini. Sull'asse Matri - Marchisio arriva il nuovo vantaggio bianconero. Triangolo sullo stretto tra i due e gol del centrocampista. Da questo memento l'Inter si spegne, non si presenta più dalle parti di Buffon e rischiano di prendere altri due gol, ma sia Marchisio, sia Del Piero nel finale non trovano la porta. Inter sempre più giù, e Juventus che mantiene il primato
Siena 4 - 1 Chievo
All'Artemio Franchi i toscani strapazzano gli ospiti grazie al giovane Destro, azzurrino di Ciro Ferrara e autore di una doppietta. D'Agostino regala una punizione perfetta che si infila sotto il sette. Moscardelli prova a riaprire il match, ma Calaiò, in contropiede, sigla il definitivo 4 - 1.
Bologna 3 - 1 Atalanta
Dopo aver raccolto zero punti nelle prime tre partite casalinghe disputate,  i felsinei riescono a ottenere i tre punti contro un'Atalanta troppo brutta per essere vera. Eppure gli orobici vanno anche in vantaggio, grazie a solito German Denis. A 3 secondi dalla fine del primo tempo Ramirez conquista un rigore che Di Vaio realizza. Nella ripresa è dominio rossoblu, e arrivano i gol di Gaston Ramirez e Robert Acquafresca.
Fiorentina 1 - 0 Genoa
Mihajlovic è costretto a vincere se vuole salvare la propria panchina, e il successo arriva grazie ad Andrea Lazzari. Gigliati assoluti padroni del campo nel primo tempo. Nella ripresa la gara diventa più equilibrata ma  gli ospiti non danno mai la sensazione di poter infastidire Boruc.
Lecce 1 - 1 Novara
Al Via del Mare va in scena il più classico degli scontri salvezza. Alla fine entrambe le squadre devono accontentarsi di un punto, che va stretto ai padroni di casa, passati in vantaggio con il colpo di testa di Strasser e raggiunti dal rigore trasformato da Rigoni per fallo stupido di Mesbah sullo stesso numero 10 ospite.
Parma 2 - 0 Cesena
Anche Giampaolo ha bisogno di un risultato positivo per confermarsi sulla panchina cesenate. Ma il Parma era troppo affamato di punti per fare sconti. Ospiti mai in partita che subiscono le reti di Paletta e Lucarelli. I ducali si permettono il lusso di sbagliare un rigore con Giovinco, Giampaolo paga le 0 vittorie in 9 partite e viene esonerato.
Udinese 1 - 0 Palermo
Con una rete del solito Di Natale, i friulani riescono a domare i rosanero. La versione da trasferta dei siciliani è imbarazzante, con un solo punto raccolto nelle cinque gare disputate lontano dal Barbera. Ma la crisi è soprattutto di risultati, visto che, anche contro l'Udinese, la squadra ha espresso un buon calcio, cui è mancato solo il gol per essere perfetto
Cagliari 0 - 3 Lazio
Troppo forte i capitolini in trasferta per il Cagliari, che in casa non segna dal 17 settembre scorso. Le reti portano la firma di Juric, Klose e Rocchi, che festeggia i 100 gol con la maglia della Lazio. Sardi praticamente inesistenti e che hanno bisogno di gol se vogliono mantenere la media punti ottenuta sinora.

Il Podio
  1. Meggiorini (Novara): Il gol più bello della giornata in realtà non vale per una scellerata decisione del guardalinee, che decide di annullare un gol in rovesciata a incrociare sul palo opposto, per un fuorigioco inesistente.
  2. Destro (Siena): Il gol valido più bello porta la firma di Mattia Destro, classe 1990. Sterzata a mandare fuori tempo mezza difesa del Chievo e destro a giro dal limite dell'area sul palo opposto.
  3. Maicon (Inter): Pazzini di tacco trova Buffon, Cambiasso di sinistro non trova la porta, quindi il Colosso nerazzurro decide di fare da se: riceve palla da Snejider, e tanto per non fare complimenti tira una sassata violentissima sotto il sette del palo coperto da Buffon. Così, giusto per far capire che è tornato il terzino destro più forte del mondo. 


venerdì 28 ottobre 2011

Altro turno, altra capolista

Il secondo turno infrasettimanale della stagione regala al campionato di Serie A una nuova capolista. Stavolta è la Juventus di Conte a guardare tutti dall'alto. Ma ci sono ben 7 squadre raccolte in tre punti. come dire che domenica sera le possibili capolista sono Juventus, Lazio, Udinese, Milan, Napoli, Palermo e Cagliari.

Juventus 2 - 1 Fiorentina
Dopo un primo tempo quasi perfetto, in cui i bianconeri riescono nell'impresa di sbagliare quasi tutto e di fare un solo gol ( di Bonucci) su otto possibili, nella ripresa i toscani si ricordano che stanno vivendo un periodaccio e che hanno bisogno di punti. Arriva quindi il gol del pareggio firmato dal solito Jovetic. Sette minuti più tardi Matri riporta avanti i padroni di casa, regalando vittoria e primato ai suoi.
Atalanta 1 -1 Inter
Non accenna a finire il momento no dei neroazzurri che a Bergamo prima passano in vantaggio con Sneijder, per poi farsi riprendere dal pareggio di Denis. Nel finale Castellazzi salva i suoi parando un rigore a Denis.
Cesena 1 -1 Cagliari
Partita brutta, senza particolari sussulti, decisa da due rigori per due falli di mano. Ospiti avanti grazie alla realizzazione di Nenè, padroni di casa che acciuffano il pari grazie a Candreva.
Chievo 0 - 1 Bologna
Seconda vittoria esterna consecutiva per i felsinei che nel primo tempo giocano a farsi schiacciare dai clivensi. Nella ripresa Acquafresca fa un tiro in porta, la butta dentro, e torna a difendere per tutto il resto della partita.
Genoa 2 - 1 Roma
Qualcuno spieghi a Luis Enrique che il possesso palla non porta punti. 90 minuti di passaggi, di azioni, di costante presidio della metà campo avversaria, ma tiri col contagocce e cinismo da rivedere. Il Genoa sfrutta ripartenze ed errori individuali. Passano in vantaggio proprio i padroni di casa grazie a Jankovic. Il pareggio porta la firma di Borini, ma nel finale Kucka approfitta di una dormita colossale e infila Stekelenburg.
Lazio 1 - 1 Catania
I capitolini sprecano la grande occasione di diventare capolista solitaria. Ma la squadra etnea ha battuto l'Inter e fermato la Juventus. Padroni di casa avanti con Klose, nella ripresa è un assedio ospite che si concretizza con il gol di Bergessio.
Milan 4 - 1 Parma
I campioni d'Italia in carica sbrigano la pratica grazie alla tripletta di Antonio Nocerino. E non si sta scherzando. L'ex Palermo sblocca la partita con un gol di rapina, raddoppia con un sinistro all'incrocio e chiude la pratica con un colpo di testa. Ibrahimovic torna al gol segnando la rete del provvisorio 3 - 0 mentre Giovinco accorcia le distanze per i ducali.
Napoli 2 - 0 Udinese
Friulani troppo brutti per essere veri. Padroni di casa praticamente perfetti, costruiscono tanto, non lasciano giocare mai gli avversari e vanno in vantaggio grazie alla rete di Lavezzi, di nuovo in gol al San Paolo dopo oltre un anno. La rete di Maggio chiude una partita mai realmente in discussione.
Novara 1 - 1 Siena
Scontro salvezza importantissimo soprattutto per i padroni di casa. Ma sono gli ospiti a portarsi avanti grazie al solito Calaiò. Pareggia Gemiti con una botta da fuori.
Palermo 2 - 0 Lecce
Anche i salentini sono costretti a piegarsi alla legge del Barbera. Quattro successi su altrettanti incontri disputati tra le mura amiche per i rosanero, che vanno in vantaggio grazie al rigore trasformato da Pinilla, e chiudono la partita con Hernandez.

Il Podio
  1. Ezequiel Lavezzi (Napoli): Assist di Cavani per il Pocho che riceve una palla alta che arriva da dietro. Movimento innaturale del collo per vederla arrivare e tiro al volo di rara precisione.
  2. Antonio Nocerino (Milan): Cross in area, la difesa libera verso il numero 22, stop di petto e botta di sinistro all'incrocio. Non esattamente alla Nocerino ma comunque tanta roba.
  3. Stevan Jovetic (Fiorentina): Esterno destro di Vargas a smarcare Jojo nel limite dell'area. Lui stoppa, prende la mira e con un destro a giro buca un incolpevole Storari.


lunedì 24 ottobre 2011

Abbiamo un vincitore

Complice l'ennesimo pareggio della Juventus, il campionato di serie A ha la prima regina solitaria. Si tratta dell'Udinese, ormai realtà consolidata in Italia e in Europa, dove domina il proprio girone di Europa League.

Fiorentina 2 - 2 Catania
Aria tranquilla e distesa a Firenze dopo il pari casalingo. Sembra di essere a Kabul. La viola passa due volte in vantaggio grazie a Jovetic, e viene ripresa prima da Delvecchio, infine da Maxi Lopez. Un punto ciascuno che ai toscani serve veramente poco.
Juventus 2 - 2 Genoa
Pare che la magia del Juventus Stadium sia finita. Due vittorie e due pareggi, questo è il bottino della Vecchia Signora tra le mura amiche. Juve due volte sopra, in entrambi i casi grazie a Matri, e due volta raggiunta, da Marco Rossi e Caracciolo. Secondo pareggio consecutivo per i bianconeri, che perdono la testa della classifica.
Lecce 3 - 4 Milan
Dopo 45 minuti il punteggio dice Lecce 3 - 0 Milan. Il risultato è frutto di sviste arbitrali, di rigori generosi, di errori di formazione, ma rispecchia bene quanto visto in campo. Lecce bello, veloce aggressivo che segna con Giacomazzi, Oddo e Grossmuller. Il secondo tempo il punteggio dice Lecce 0 - 4 Milan. Il risultato è frutto quasi totalmente della voglia e della potenza di Kevin Prince Boateng, che in 18 minuti fa tre gol, uno più bello dell'altro. Yepes completa  la rimonta. Questa volta è Pazzo Milan.
Cagliari 0 - 0 Napoli 
Nella partita dei pali e delle occasioni sprecate è il Cagliari a mangiarsi le mani per i due punti persi, mentre il Napoli si accontenta per il buon pari strappato al Sant'Elia. Un punto in due partite per i partenopei, secondo 0 - 0 interno consecutivo per i sardi, che restano nelle zone nobili della classifica.
Inter 1 - 0 Chievo
Porta la forma di Thiago Motta il primo gol casalingo dei neroazzurri, e arriva il 23 Ottobre. Un po' tardi, ma è pesantissimo. Consente ai milanesi di agguantare la prima vittoria casalinga della stagione e di dare continuità di risultati alla vittoria di Champions contro il Lille.
Parma 1 - 2 Atalanta
Bergamaschi corsari in Emilia grazie alla doppietta del folletto Maxi Moralez. Il giocatore più basso della serie A (più basso anche di Giovinco, e Giovinco è veramente basso) regala i tre punti agli orobici, ora teoricamente secondi, praticamente quindicesimi. Parma sfortunato e sprecone che dimezza lo svantaggio grazie a Valdes, con Giovinco che ha vissuto la sua giornata di grazia perchè non è stato l'ultimo ad accorgersi che stava piovendo.
Roma 1 - 0 Palermo
Esordire con la nuova maglia, in casa, di fronte ai tuoi nuovi tifosi e regalare con un gol bellissimo la vittoria potrebbe non essere un brutto modo di iniziare una nuova avventura. Per ulteriori informazioni rivolgersi a Erik Lamela, classe 1992, e nuovo beniamino dei tifosi.
Siena 2 - 0 Cesena
La coppia d'attacco Calaiò - Gonzales regala con un gol a testa il successo ai toscani. Ospiti sempre più in crisi di gioco e di risultati. Ore contate per Mister Giampaolo.
Udinese 3 - 0 Novara
Tutto molto facile per i friulani. Doppietta di Di Natale e sigillo di Domizzi che regalano la vetta solitaria ai bianconeri. Novara praticamente inesistente, che assiste alla festa.
Bologna 0 - 2 Lazio
Vittoria e secondo posto in classifica per i biancocelesti che, in versione campionato, guadagnano altri tre punti in classifica grazie al goffo Acquafresca che regala il vantaggio ai capitolini, e al primo gol stagionale di Juric. Magari prima o poi riescono a portare questa versione di se anche in Europa.

Il Podio

  1. Kevin Prince Boateng (Milan): Riceve palla dal limite dell'area e per non rischiare di sbagliare tira una castagna all'incrocio dei pali. Potenza e precisione chirurgica.
  2. Kevin Prince Boateng (Milan) Calcio d'angolo battuto da Aquilani, palla allontanata sui piedi dell'ex giocatore di Roma e Juventus, che la rimette in mezzo. La palla attraversa tutta l'area piccola e arriva al Boa che si coordina benino e la appoggia piano piano sotto il sette a incrociare. Meno male non c'era nessuno nella traiettoria.
  3. Erik Lamela (Roma) Migliaccio sbaglia il disimpegno regalando palla all'argentino. Entra in area da destra e sfodera un sinistro a giro che si insacca dall'altra parte. Mica male l'esordio del bambino

sabato 8 ottobre 2011

Un buon pareggiovic

La partita contro la Serbia, si sa, contava poco o nulla per noi. Per la Serbia, invece, contava tanto, visto che doveva vincere per garantirsi il secondo posto nel girone e andare ai playoff. Match quindi vero da subito, fino a diventare quasi cattivo nell'ultimo quarto d'ora. Parte benissimo l'Italia che trova il vantaggio dopo neanche un minuto grazie a Claudio Marchisio. Il pareggiovic serbo arriva al 26esimo grazie a Ivanovic, che devia il tiro di Tosic dopo angolo battuto da  Krasic. Nell'azione c'è in fuorigioco Pantelic, ma secondo l'arbitro non partecipa all'azione.

Le Pagelle

Buffon: 6.5.
Dopo pochi secondi Kolarov prova a sorprenderlo, e quasi ci riesce. Nulla può in occasione del gol. Nell'intervallo qualcuno gli fa vedere il nome che ha scritto nella maglia, si ricorda delle cose che è capace di fare, e dopo una manciata di minuti del secondo tempo mette il mantello, e vola a togliere una punizione, sempre di Kolarov, da sotto il sette. Saracinesca
Maggio: 6.
Porca troia quanto corre. Quella fascia l'ha fatta 34 volte in 90 minuti. Ma è poco presente in fase difensiva e sbaglia qualche diagonale di troppo. Instancabile
Bonucci: 6.
Quando fa il difensore centrale fa un figurone quasi sempre, mantenendo bene la posizione e soffrendo pochissimo. Ogni tanto pensa di essere un'ala, con incursioni palla al piede che sarebbero vietate vista la sua posizione, altre volte si crede regista, con lanci millimetrici per curve e tribune. Coraggioso
Barzagli: 6.5.
Sicuro, presente, efficace. Non sbaglia praticamente mai, non prova a strafare. Fa il suo con diligenza e precisione. Secchione.
Chiellini: 6.5.
Che lo si metta al centro o a sinistra non importa. Fa sempre e comunque il suo dovere. Accompagna spesso l'azione offensiva, azzecca tutte le diagonali e non si fa saltare mai da Krasic. Perfetto.
Pirlo: 6.
Se fosse qualcun'altro, sarebbe un 7, ma da Pirlo ci si aspetta sempre qualcosa in più. Sbaglia in più di un occasione in fase di impostazione. Ma in mezzo al campo c'è sempre. Solite finte a disorientare tutti e visione di gioco che sembra in un videogame. Sorridente.
De Rossi: 6.5.
Presenza costante. Dove c'è bisogno lui c'è. Sradica mille palloni ed è importante anche in fase di impostazione. Sicurezza
Marchisio: 7.5
Il migliore in campo per distacco. Oltre al gol, il primo in maglia azzurra, non sbaglia mai nulla. Costanti inserimenti offensivi, ripiegamenti difensivi puntuali ed efficaci. Visione di gioco e intelligenza tattica insolita per un 25enne. Esce per infortunio e tutti i tifosi Juventini tremano. Immenso
Nocerino: 6.
Entra quando la partita inizia a farsi cattiva con costanti interruzioni di gioco. Lui si trova a meraviglia quando c'è da picchiare come fabbri qualunque cosa si muova. Grintoso.
Montolivo: 5.
Entra in campo, non capisce bene chi stia contando, e allora per andare sul sicuro gioca a nascondino contro tutti. Non si vede praticamente mai, un fenomeno puro. Però si gioca a un altra cosa (gli hanno dato i parastinchi apposta). A 10 minuti dalla fine Prandelli finalmente lo vede e lo cambia. Evanescente.
Aquilani: s.v.
Rossi: 6.5.
Tanto movimento e una bella intesa con Cassano. Serve a Marchisio la palla del vantaggio. Poco dopo potrebbe raddoppiare, ma è bravo il portiere. Garanzia
Cassano: 7
Il barese sta bene e si vede. Cerca spesso la palla, e si abbassa molto per ottenerla. Azzecca tutti i passaggi, quando non può scaricare prova da fuori creando sempre pericoli. Salta l'uomo con una facilità imbarazzante. Manca solo il gol alla sua prova per essere perfetta. Ritrovato
Giovinco: 6.
La formica atomica subentra a Cassano, e l'Italia perde di qualità. Tanto impegno per il permense, ma da lui ci si aspetta molto di più. Folletto

mercoledì 5 ottobre 2011

Ah, l'Italia

Tutti fermi, c'è la Nazionale. Il campionato si blocca, le polemiche per le crisi di Inter e Milan passano in secondo piano, l'euforia di Juventus Napoli e Udinese si placa. Da domenica pomeriggio al mercoledì della settimana successiva l'unica cosa a cui si penserà è la Nazionale.
Le partite, diciamolo, non contano una sega. E' inutile che Prandelli provi a convincere tutti che sono gare importanti, che bisogna mantenere alta la concentrazione, che non ci si può mica permettere di staccare la spina. Le partite contro Serbia e Irlanda del Nord sono le più inutili da dieci anni a questa parte, se si escludono alcune amichevoli. Non tutte perchè ci sono state amichevoli più importanti di queste partite.
Sono anche più inutili in considerazione del fatto che rispetto all'ultima convocazione, circa un mese fa, ha cambiato solo due elementi. Fuori Ogbonna dentro Barzagli, fuori Palombo dentro Cigarini.
Un mese fa, però, il campionato non era ancora iniziato, le convocazioni erano basate sulla stagione precedente, sulle amichevoli, tutt'al più su preliminari di gare europee e Supercoppa italiana.
Al momento delle ultime convocazioni il campionato era alla quinta giornata. Si è quindi deciso di ignorare, salvo per due elementi, le prime cinque giornate di campionato.
Si è deciso di ignorare Alessio Cerci, autore finora di 3 reti, e grande protagonista della Fiorentina, con accelerazioni, cambi di passo e dribbling.
Si è deciso di ignorare Ezequiel Schelotto, un'altra ala, in forza all'Atalanta, che finora non ha sbagliato una partita, giocando sempre benissimo.
Si è deciso di ignorare Pablo Daniel Osvaldo, attaccante della Roma, autore di tre reti, tutte importantissime.
Questi sono solo alcuni dei nuovi che forse avrebbero meritato la Nazionale per quello che hanno dimostrato in queste partite, ma che Prandelli non ha giudicato idonei o bravi abbastanza, puntando quasi interamente sullo zoccolo duro, su giocatori già precedentemente convocati.
Il problema convocati non è assolutamente nuovo. Chiunque diventi il CT dell'Italia sa che, prima o poi, non convocherà qualcuno che l'opinione pubblica o i media si aspettavano di vedere con la maglia azzurra. E' proprio obbligatorio, perchè per fortuna l'Italia conta ben più di 23 giocatori forti.
Nel 2002 a subire queste pressioni fu Cesare Maldini, reo di non aver convocato Baggio ai Mondiali in Corea e Giappone. Il divin codino, a distanza di anni, dichiarò che lui a quel Mondiale doveva andarci, anche zoppo, che l'Italia glielo doveva.
Lippi non convocò Cassano per Germania 2006, ma lì i fatti diedero ragione al commissario tecnico, visto che, con i 23 giocatori portati, vinse la coppa.
Nel 2010, per i disastrosi mondiali sudafricani, oltre a lasciare a casa Fantantonio, non portò neanche Balotelli, nè Amauri, secondo molti più in forma di chi aveva deciso di portare. Lì la figura di merda fu troppo grande per nascondersi dietro un decido io.
Possiamo stare sicuri, comunque, che chiunque Prandelli convocherà, e chiunque decida di non convocare, ci saranno sempre polemiche. Non importa quanti fenomeni ci siano, non importa quanti Mondiali o Europei o Confederations Cup porterà  a casa, non importa in che stato di forma sia chi è rimasto a casa, appena le cose andranno meno bene delle aspettative, in Italia la merda in faccia te la tirano lo stesso. Ah, l'Italia

lunedì 3 ottobre 2011

Sempre bianconera

Dopo cinque giornate effettive di campionato, la vetta della classifica è sempre bianconera, con Udinese e Juventus che guardano tutti dall'alto in basso. A seguire ci sono Napoli Palermo e Cagliari, che guidano la riscossa delle squadre del sud, mai veramente protagoniste da 20 anni.
Otto squadre in tre punti, e con Inter e Milan in zona retrocessione. Campionato anomalo, che si prospetta bellissimo.
Roma 3 - 1 Atalanta
Dopo la prima vittoria stagionale, sei giorni prima contro il Parma, i giallorossi cercano conferme contro gli orobici, che arrivano all'Olimpico da capolista virtuale della serie A. I capitolini giocano la migliore partita dell'era Di Benedetto, facendo intravedere il gioco che il tecnico Luis Enrique cerca. Bojan, Osvaldo e Simplicio mettono la firma sulla vittoria. Inutile la rete del provvisorio 2 - 1 di Denis.
Inter 0 - 3 Napoli
Al Meazza va in scena il primo big match della giornata. La gara viene decisa dall'arbitro Rocchi, in serata decisamente negativa, che sbaglia tutto quello che si può sbagliare in tre secondi netti: spallata di Obi a Maggio un metro prima della linea. Rigore, secondo giallo ( la prima ammonizione è un concentrato di fantasia, allucinogeni e ricerca della risata) per il centrocampista neroazzurro. Dal dischetto Hamsik si fa parare il penalty, ma Campagnaro, 3 metri dentro l'area prima dell'esecuzione, segna sulla respinta. Nella ripresa l'Inter non scende in campo, e i partenopei ne approfittano per segnare prima con Maggio, poi con Hamsik.
Novara 3 - 3 Catania
La partita delle 12:30 regala gol ed emozioni dal primo all'ultimo minuto di recupero. Etnei in vantaggio grazie a Legrottaglie. Nella ripresa succede di tutto: Rigoni trova il pari su calcio di rigore, Lodi disegna una punizione perfetta e riporta avanti gli ospiti, ma Morimoto e Jeda firmano il sorpasso novarese. Partita che sembra chiusa, ma ci pensa Gomez al 91' a siglare il definitivo 3 - 3.
Cesena 0 - 0 Chievo
Missione fallita per i romagnoli che non riescono a trovare la prima vittoria stagionale e devono accontentarsi del pari. Clivensi a quota 8 in classifica.
Fiorentina 1 - 2 Lazio
I padroni di casa giocano meglio e trovano il vantaggio grazie al solito Cerci. I biancocelesti trovano il pari grazie a una magia di Hernanes. Nella ripresa la Viola spreca tutto quello che si può sprecare, e la Lazio ne approfitta segnando il gol vittoria con Klose.
Lecce 0 - 2 Cagliari
I sardi continuano a stupire tutti, trovando la seconda vittoria esterna stagionale grazie alle reti di Thiago Ribeiro e Biondini. Se il Lecce è quello che si è visto in questa partita, non merita la serie A.
Palermo 2 - 0 Siena
Anche i toscani si arrendono alla legge del Barbera. Tre successi su altrettante sfida tra le mura amiche per i rosanero, che passano in vantaggio grazie a Migliaccio, che sfrutta un uscita a funghi di Brkic. Allo scadere della partita Hernandes su rigore chiude i conti.
Parma 3 - 1 Genoa
Padroni di casa sempre più Giovinco-dipendenti. La Formica Atomica sblocca il risultato con un gol bellissimo, poi pressa Miguel Veloso, gli ruba palla, si invola in area, salta secco Kucka che lo abbatte, procurando il rigore che lo stesso ex juventino realizza. Nella ripresa arriva anche il sigillo di capitan Morrone che prima sbaglia da un metro, poi da 20 centimetri realizza. Allo scadere il solito Palacio si procura e realizza il rigore del definitivo 3 - 1.
Udinese 2 - 0 Bologna
Compito fin troppo facile per la capolista, che batte i felsinei, mai entrati in campo e davvero inconsistenti. Le reti di Benatia e del solito Di Natale regalano la vittoria comoda comoda ai friulani.
Juventus 2 - 0 Milan
Il posticipo vede opposte due tra le squadre più vincenti nella storia del calcio. La partita è un monologo bianconero, che tengono il pallino del gioco per tutti i 90 minuti, rischiando solo su un tiro-cross di Boateng. I padroni di casa creano tantissimo, ma trovano il vantaggio solo a 3' dalla fine grazie a un rimpallo su Marchisio. Nel recupero il Principino raddoppia, grazie alla papera di Abbiati.

Il Podio

  1. Sebastian Giovinco (Parma): Lancio lungo per il fantasista ducale, aggancio in corsa con dribbling annesso e tocco sotto a scavalcare Frey. Un concentrato di classe, velocità e astuzia per il trascinatore del Parma
  2. Claudio Marchisio (Juventus): Il Principino parte da centrocampo, primo uno due con Vidal, poi il secondo con Vucinic che porta il numero 8 bianconero in area. Il gol nasce da un rimpallo, ma l'azione in velocità tutta di prima va registrata e fatta vedere a tutte le scuole calcio.
  3. Hernanes (Lazio): Il Profeta laziale riceve palla in area, doppio passo che manda al bar mezza difesa Viola e sinistro a incrociare che fulmina Boruc. 

venerdì 30 settembre 2011

Bandiere

Ore 15:00 di domenica 2 Ottobre 2011. Allo stadio Via del mare si giocherà Lecce - Cagliari. Probabilmente non sarà una partita spettacolare, e con grandi gesti tecnici (basti pensare che probabilmente giocherà titolare Larrivey), ma per qualcuno sarà una partita storica. Daniele Conti raggiungerà le 329 presenze in maglia rossoblù, superando Brugnera e diventando così il giocatore con più presenze nella storia del Cagliari.
Nel calcio moderno le bandiere stanno diventando sempre più cosa rara. I nuovi investitori, russi e arabi su tutti, hanno portato una mole di denaro non indifferente, convincendo sempre più i giocatori a cambiare maglia e raggiungere così squadre dal passato poco glorioso, con un progetto non ben definito, ma disposte a coprire d'oro i calciatori migliori.
Proprio per questo persone come Javier Zanetti, Alessandro Del Piero, Francesco Totti, Massimo Ambrosini, Gennaro Gattuso e lo stesso Conti in Italia, Carles Puyol, Xavi Hernandes, Andres Iniesta, Ryan Giggs, Poul Scholes (solo per citare i più forti) in Europa, sono giocatori da ammirare, da lodare e tifare, indipendentemente dalla maglia che indossano.
Persone, il cui valore umano supera largamente il valore calcistico, che hanno resistito al richiamo del denaro (nessuno dei sopraccitati guadagna meno di 3 milioni di euro a stagione, a parte Conti, comunque) per diventare punti fermi del proprio club, per prenotarsi a una poltrona dirigenziale perchè troppo importanti per la squadra per lasciarli andar via appena vengono appese le scarpette al chiodo. Persone che rendono il gioco del calcio estremamente umano.
Un capitolo a parte lo merita Paolo Maldini. Il Capitano per eccellenza, che sin da bambino, fino al giorno del suo ritiro, ha vestito un'unica casacca, giocato per un'unica maglia. Dal 20 Gennaio 1985, giorno del suo debutto in prima squadra, al 31 Maggio 2009, giorno del suo ritiro, non ha mai smesso di indossare la maglia numero 3 del Milan.
Ma proprio il giorno del suo addio al calcio, a casa propria, in quello stadio che l'ha visto protagonista di tantissime partite, è stato fischiato da quel pubblico che lui stesso aveva fatto gioire con i suoi 26 trofei conquistati. Fischiato dalla propria curva.
Fanno tanto bene al calcio persone come Daniele Conti, Javier Zanetti, Alessandro del Piero e Francesco Totti, quanto male questi personaggi, che hanno fatto vergognare un club, e una nazione intera.

giovedì 29 settembre 2011

Rincorsa alla Germania

Circa due settimane fa si è discusso della possibilità che Portogallo e Francia ci raggiungessero nel ranking Fifa, e della possibiltà di diventare il sesto campionato in Europa. I toni catastrofisti erano dettati dalla magra figura che le cinque squadre italiane avevano fatto nelle competizioni continentali,  con una sconfitta, tre pareggi e una sola vittoria.
A distanza di circa quindici giorni i toni sono completamente diversi. Tutti i giornali e telegiornali sportivi parlavano del successo in Champions League di Inter, Napoli e Milan. Le tre squadre impegnate nella massima rassegna del vecchio continente hanno colto altrettante vittorie. La prima a scendere in campo in quel di Mosca è stata la Benamata, che ha battuto, non senza patemi e difficoltà, il CSKA.
La vittoria di maggior prestigio, e più importante arriva dal San Paolo, dove i Partenopei, nel giro di due minuti, affondano il sottomarino giallo del Villareal, e colgono il primo successo in Europa dopo 21 anni di lontananza dal palcoscenico più importante
Il Milan, in casa e contro un avversario tre o quattro spanne inferiore, fa semplicemente il proprio dovere di squadra più titolata al mondo, vincendo grazie al ritrovato Ibrahimovic, che segna e inventa.
E' da queste basi, da queste vittorie, da questo spirito, che deve partire la rincorsa alla Germania per il ranking FIFA.

lunedì 26 settembre 2011

...e arrivarono i 3 punti

Sono state necessarie 4 giornate di campionato per vedere la prima vittoria di Inter, Roma e Milan. Nessuna delle tre ha brillato, e una sola ha dovuto cambiare allenatore per riuscirci.
La vetta virtuale della serie A appartiene all'Atalanta, che con 10 punti in 4 gare, guarderebbe tutti dall'alto, se non fosse per scommettopoli e i 6 punti di handicap che hanno zavorrato i bergamaschi. Quindi in vetta restano Juventus e Udinese con 8 punti, e un fottìo di squadre che seguono a quota 7. Ultima solitaria il Cesena, che non ha ancora fatto punti.
Bologna 1 - 3 Inter
Buona la prima per Ranieri nella panchina neroazzurra. Il tecnico rispolvera la difesa a 4 e, soprattutto,  Pazzini, che lo ripaga al minuto 39 segnando il gol del vantaggio. Nella ripresa il pareggio di Diamanti su rigore illude i felsinei, poi ci pensano prima Milito su rigore poi Lucio a raddrizzare la prima di Ranieri
Napoli 0 - 0 Fiorentina
I toscani escono indenni dal San Paolo, giocando un ottimo calcio e sfiorando più volte il vantaggio. I campani, che protestano per un rigore non concesso, registrano la miseria di un punto nelle ultime due uscite.
Milan 1 - 0 Cesena
Prima vittoria in campionato per i campioni d'Italia in carica. Merito di Seedorf, che regala giocata di alta classe, guida i compagni e segna il gol decisivo. Ancora a quota 0 i romagnoli.
Chievo 2 - 1 Genoa
I liguri perdono partita e primato a 10 secondi dal fischio finale per colpa di Moscardelli, al secondo centro in due gare. Passano in vantaggio proprio i rossoblù grazie al solito Palacio. Pellissier si procura il rigore (carpiato con avvitamento. 4.5 il coefficente di difficoltà), e la conseguente espulsione di Dainelli. Penalty  che lo stesso capitano clivense sbaglia come solo il peggiore dei coglioni avrebbe potuto. Ed è sempre lui a  pareggiare i conti con uno stacco imperioso. Nel finale, la beffa.
Atalanta 2 - 1 Novara
I bergamaschi colgono la terza vittoria consecutiva, approfittando un calendario non impossibile. Parte forte la dea che trova il vantaggio grazie a un'incursione di Schelotto. Il raddoppio arriva nella ripresa e porta la firma del figliol prodigo Cigarini.Negli ultimi 10 minuti gli orobici escono dal campo e il Novara trova la rete della speranza con Porcari. Nel finale arriverebbe anche il pareggio ospite, ma l'arbitro annulla per fuorigioco inesistente.
Catania 1 - 1 Juventus
Dopo il pareggio di 4 giorni fa contro il Bologna, i bianconeri compiono un altro passo falso al Massimino. Sono proprio gli etnei a passare in vantaggio grazie a Bergessio, che approfitta del pomeriggio no di Chiellini. Nella ripresa Krasic, dietro gentile concessione di Andujar, fissa il risultato sull'1 - 1.
Cagliari 0 - 0 Udinese
Partita vivace e con tante occasioni da entrambe le parti, che non vengono concretizzate un po' per bravura dei portieri, un po' perchè una di queste capita a Larrivey. Pareggio giusto e friulani ancora al comando.
Lazio 0 - 0 Palermo
I biancocelesti non vincono, ne brillano particolarmente, ma escono dallo stadio tra gli applausi dei propri tifosi. La prima volta da quando c'è Lotito. Partita non bellissima con pareggio a reti bianche unico risultato possibile vista la partita.
Siena 3 - 0 Lecce
Tutto facile per i padroni di casa, che non faticano a domare i salentini, mai scesi in campo. Dopo 5 minuti Destro porta avanti i suoi, mettendo la gara subito in discesa. La doppietta di Calaiò rende il passivo pesantissimo per gli ospiti
Parma 0 - 1 Roma
Luis Enrique coglie la prima vittoria da quando è in Italia. Deve ringraziare Osvaldo, che con un colpo di testa chirurgico doma i padroni di casa. Giallorossi brillanti solo per 20 minuti, e lontani dal gioco frizzante e veloce che avrebbe dovuto portare il tecnico asturiano. Ma per il bel gioco c'è tempo, per i risultati no.

Il Podio

  1. Emanuele Calaiò (Siena): Julio Sergio esce alla disperata e allontana la palla sui piedi dell'attaccante ex Napoli. Pallonetto al volo da 30 metri a beffare portiere e giocatore appostato sulla linea
  2. Clarence Seedorf (Milan): Dalla sinistra lascia partire un tiro velenosissimo a giro che si insacca nel sette del palo più lontano.
  3. Luca Cigarini (Atalanta): Gran destro dal limite dell'area, che si insacca all'incrocio dei pali alla destra del portiere novarese.

venerdì 23 settembre 2011

Si accendono i riflettori

La terza/quarta giornata di campionato è stata giocata tra martedì, mercoledì e giovedì. Tutte le dieci partite hanno regalato almeno un gol. 28 quelli segnati in questa giornata di serie A.

Novara 3 - 1 Inter
Ultima spiaggia per Gasperini, chiamato a risollevare morale e classifica dei nerazzurri. Il tecnico però non si snatura e insiste sul 3 - 4 - 3 che tanto piace a Moratti. Il Novara parte forte e passa meritatamente in vantaggio grazie a una ripartenza veloce, finalizzata al meglio da Meggiorini. Negli ultimi cinque minuti di partita succede di tutto: prima Ranocchia stende in area Morimoto, provocando rigore ed espulsione. Dal dischetto Rigoni non sbaglia. Un minuto dopo Cambiasso riapre la partite, che viene richiusa da Rigoni al 90esimo. Sconfitta senza appello per l'Inter, ed esonero scontato per Gasperini. Al suo posto Ranieri.
Cesena 1 - 2 Lazio
Dopo il terremoto in casa capitolina, con le dimissioni rassegnate dal tecnico Reja, ma respinte da presidente e giocatori, i biancocelesti affrontano il Cesena. Romagnoli subito avanti con Mutu, ma raggiunti dal rigore di Hernanes, e superati dal gol di Klose.
Chievo 1 - 0 Napoli
Robustissimo turn over in casa partenopea dopo la brillante vittoria sul Milan. Fuori sette titolarissimi. Partita equilibrata e piacevole, che viene decisa da Moscardelli, che approfitta dekll'erroraccio di Fideleff.
Fiorentina 3 - 0 Parma
I ducali, orfani dello squalificato Giovinco, non entrano mai in campo. Ne approfittano i gigliati, che ritrovano i gol di Jovetic, autore di una doppietta. Alessio Cerci, 9 gol nelle ultime 9 uscite, l'autore del provvisorio 2 - 0.
Genoa 3 - 0 Catania
I liguri asfaltano gli etnei e balzano in testa alla classifica a pari punti con Udinese e Juventus. La doppietta di Palacio e il sigillo di Constant decidono una partita che non è mai stata in discussione
Juventus 1 - 1 Bologna
Passo falso della Vecchia Signora che, in casa e contro una squadra ancora a quota 0, non va oltre un pareggio. Passano in vantaggio i bianconeri grazie a una furbata di Pirlo, che batte rapidamente una punizione, pescando in area Vucinic, liberissimo di segnare. Punizione battuta con palla in movimento, quindi da ripetere. Dopo l'espulsione di Vucinic per somma di ammonizioni (la seconda arrivata dopo richiesta  in carta bollata da parte del Bologna Calcio), i felsinei trovano il pareggio grazie a Portanova.
Lecce 1 - 2 Atalanta
Gli orobici annullano completamente la penalizzazione, senza la quale sarebbero in vetta, dopo sole tre giornate. Passano subito in vantaggio i bergamaschi grazie al gol di Denis. Il pareggio di Mesbah illude i salentini, che subiscono la rete di Denis a inizio ripresa, e finiscono la partita in 10 per l'espulsione di Grossmuller.
Milan 1 - 1 Udinese
Il big match della giornata finisce con tanti rimpianti degli ospiti, che trovano un Abbiati monumentale nella ripresa. Inizio shock per il portiere rossonero, che non trattiene un pallone innocuo, regalandolo a Di Natale, che realizza. Nella ripresa El Shaarawy, subentrato nel primo tempo a Pato, che stranamente ha un guaio muscolare, è il quattrocentoseiesimo da quando è arrivato in Italia, pareggia la partita, regalando il secondo punto al Milan. L'Udinese, comunque, mantiene la vetta della classifica in coabitazione con Juventus e Genoa
Palermo 3 - 2 Cagliari
Partita dai due volti al Barbera. Nel primo tempo ci sono solo i rosanero, che trovano il gol dopo 24 secondi grazie a Zahavi. Bertolo raddoppia, e Miccoli si divora il terzo gol. Nel secondo tempo c'è solo il Cagliari, che però non concretizza le occasioni. Ne approfitta Miccoli, che beffa Agazzi. Gli ospiti però non si spengono e trovano i gol di Conti e Nainggolan. Il Cagliari perde il primato, ma si conferma squadra interessantissima. Palermo alla seconda vittoria casalinga consecutiva
Roma 1 - 1 Siena
Era la partita ideale per rilanciare la squadra e il progetto di Luis Enrique. Sulla carta i toscani dovevano fare la parte di vittima sacrificale. E la fanno anche bene per ottantotto minuti, nel corso dei quali la Roma crea tanto possesso palla (ormai una costante dei giallorossi) ma un solo gol, quello di Osvaldo. Piano piano però il Siena esce dalla propria area, fino a trovare il pareggio grazie a Vitiello.
Il Podio
  1. Eran Zahavi (Palermo): Trascorrono appena 24 secondi. Lui decide che la fase di studio la faranno un altra volta, e scaglia un esterno a giro che si infila nel sette. Agazzi, che non para i tiri facili facili, figurarsi quelli all'incrocio, resta a guardare la prodezza.
  2. Radja Nainggolan (Cagliari): Dopo novanta minuti di corsa, pressing, verticalizzazioni, trova la forza di fare un'ultima incursione. Riceve palla, scarta due uomini e trafigge Tzorvas
  3. German Denis (Atalanta): El Tanque sfrutta una spizzata da calcio d'angolo, si coordina perfettamente e con una mezza rovesciata al volo, regala i tre punti alla propria squadra

martedì 20 settembre 2011

Che colpa ne ha?

E' il Silvio Piola di Novara il teatro della quarta sconfitta in cinque partite della nuova Inter targata Gianpiero Gasperini. I piemontesi annichiliscono i nerazzurri, ben più di quanto il punteggio finale dica. E' finita 3 a 1, sarebbe potuta andare molto, molto peggio all'Inter, che sfodera una prestazione pessima, la peggiore Inter da 4 anni a questa parte.
Ora i tifosi chiedono l'esonero del tecnico, ritenuto l'unico responsabile della situazione. Nel calcio è quasi sempre così, se le cose non vanno la colpa è dell'allenatore. E' anche vero che è più facile cambiare un pastore che 28 pecore, ma ci sono valutazioni oggettive da fare.
Questa sera i giocatori erano spaesati, confusi, imprecisi, pigri, lenti. Non importa che squadra si stia sfidando, se sei tutte queste cose perdi, per forza. E allora che colpa ne ha Gasperini se pensa di mandare in campo 11 giocatori  e invece manda in campo 11 cadaveri? Che colpa ne ha Gasperini se Castaignos non azzecca una giocata, manco una rimessa laterale facile facile che riuscirebbe a fare anche il nipote di Larrivey? Che colpa ne ha se Snejder l'anno scorso e due anni fa toccava il pallone e magicamente mandava in porta un compagno, e quest'anno quando tocca il pallone manda in porta un avversario? Ci ha messo anche del suo, il Gasp. Far esordire Pazzini alla terza in campionato non è sembrata esattamente un'ideona, così come l'idea della difesa a 3 con interpreti sbagliatissimi. Non proprio colpi di genio.
Ma Gasperini era stato preso conoscendo l'idea che aveva di calcio. E' una vita che, dovunque vada, porta la difesa a 3. Magari non è l'uomo giusto alla guida dell'Inter. Ma ce ne sono tanti altri che non sono uomini giusti, degni di indossare quella maglia.

lunedì 19 settembre 2011

Speriamo in maggio.

Nel 2012 ci saranno gli Europei che ci terranno compagnia per tutto il mese di giugno. Indi ragion per cui, la serie A finirà prima rispetto all'anno scorso, esattamente il 13 maggio.
Nelle ultime cinque stagione il campionato è quasi sempre stato deciso prima della fine del campionato, ad eccezione della stagione 2009/2010 quando Roma e Inter si giocarono lo scudetto fino all'ultima giornata, creando così un campionato più incerto, emozionante e vero. La speranza è, quindi, quella di vedere le due, tre o, meglio ancora, quattro squadre che lottano per lo scudetto, battersi fino al 13 maggio per ottenerlo. L'ultima giornata di campionato ha fatto ben sperare sotto questo punto di vista. Le favorite per lo scudetto, Inter e Milan, ora sono distanti 5 punti dalla vetta, che vede squadre che sicuramente non vinceranno lo scudetto (Cagliari e Udinese) e squadre che, se lo vincessero, porterebbero una ventata di novità nel calcio italiano (Napoli e Juventus).
Nell'ultima giornata sono state segnate 20 reti, pochine rispetto alle 35 di settimana scorsa, e si sono registrati esiti sorprendenti.
Cagliari 2 - 1 Novara
Prosegue la marcia trionfale dei sardi, che non steccano la prima davanti al proprio pubblico. Il primo gol in Italia di Thiago Ribeiro porta avanti i rossoblù, che raddoppiano a cinque minuti dalla fine grazie a un tiro di Conti deviato, per sbaglio (l'avesse fatto apposta probabilmente avrebbe sbagliato) da Larrivey. Dimezza lo svantaggio Morimoto con un gol di culo.
Inter 0 - 0 Roma
Partita tra le due squadre che più hanno deluso nella prima giornata. Le due formazioni, un po' per coerenza, un po' per non deludere chi si aspettava continuità, deludono di nuovo.
Atalanta 1 - 0 Palermo
Zamparini, dopo la vittora dei rosanero sull'Inter di settimana scorsa, avevo detto che Mangia, tecnico dei siciliani, sarebbe rimasto alla guida della squadra per tantissimo tempo. Probabilmente per questo il Palermo ha perso, contro un'Atalanta ben messa in campo, che trova il gol partita grazie a Denis alla mezz'ora del primo tempo. Primo effetto della sconfitta: d'ora in poi quando Zamparini parlerà, 655000 persone si toccheranno le palle.
Bologna 0 - 2 Lecce
Il Bologna entra in campo per le foto, e ci resta per obbligo di firma. A giocare ci pensa il Lecce, che segna due reti, con Giacomazzi e Grossmuller. Esattamente così, proprio in questo modo, si retrocede, caro Bologna.
Catania 1 - 0 Cesena
Agli Etnei basta un rigore, molto generoso e tirato anche male, di Maxi Lopez per battere il Cesena. Partita in cui chiunque entrasse in area chiedeva il rigore, per qualsiasi cosa. L'arbitro, per ridere si immagina, concede il più fantasioso.
Lazio 1 - 2 Genoa
Bellissima Lazio, ed è la terza partita di fila, nei primi venti minuti. Qualcuno spieghi ai biancocelesti che ne mancano 70 più recupero alla fine. Sculli, l'ex di turno, porta avanti i romani. Nella ripresa esce il Genoa che prima pareggia con Palacio, poi sorpassa con Kucka.Capitombolo casalingo per la Lazio che esce tra i fischi dell'Olimpico.
Parma 2 - 1 Chievo
Partita dominata nel primo tempo dai padroni di casa, che vanno in vantaggio grazie a Giovinco. Ripresa tutta di marca clivense, che, per l'assedio al fortino parmense, arriva a disporsi con un modulo, l' 1-1-tutti-gli-altri, molto Mourinhiano. Il meritato pareggio arriva, e porta la firma di Paloschi, l'ex con un pochetto il dente avvelenato (esulta come se avesse fatto un gol che vale sia per la finale del mondiale, sia per gli Australian Open di tennis). Al 91esimo, però, Giovinco regala i tre punti al Parma, prima di farsi espellere.
Siena 0 - 1 Juventus
Matri regala la seconda vittoria consecutiva a Conte, in un pomeriggio abbastanza opaco per i bianconeri. Poco gioco, poco movimento, poche idee, e passo indietro rispetto al bel 4 - 1 contro il Parma. L'importante era vincere, per il bel gioco c'è tempo.
Udinese 2 - 0 Fiorentina
Troppo brutti i toscani per essere veri, troppo facile il compito dei friuliani per essere valutato. Dopo neanche mezz'ora la partita è già chiusa, grazie al rigore trasformato dal solito Di Natale, e a Isla.
Napoli 3 - 1 Milan
Dopo i pareggi esterni in Champions League, le due italiane migliori in Europa cercano conferme. Aquilani porta avanti i campioni d'Italia. Ma il Napoli corre molto, molto di più, e può schierare un attaccante, che trasforma in oro tutto quello che tocca: Edinson Cavani. Tripletta di el Matador, tre gol al volo, due di destro uno di sinistro,  che valgono i tre punti e il primato in classifica. Napoli sogna in grande.

Il Podio

  1. Edinson Cavani (Napoli): Palla forte e tesa in area del Milan, che viene respinta corta. El Matador, in una frazione di secondo, si coordina perfettamente e scarica un sinistro di collo pieno.
  2. Alberto Aquilani (Milan): Colpo di testa in tuffo dal limite dell'area, e palla a incrociare mandata all'incrocio dei pali dall'altra parte. Gol tanto bello quanto inutile
  3. Mauricio Isla (Udinese): Triangolo tra il cileno e Montolivo, che gli rende la palla al limite dell'area con un tocco tanto preciso quanto involontario. Il gioellino di casa Pozzo scarica una sassata di destro che Boruc può solo sfiorare.


venerdì 16 settembre 2011

Il Portogallo no, dai

Prima giornata europea delle italiane. 5 squadre impegnate tra Champions League ed Europa League, con un bottino imbarazzante per il nostro calcio. Una sconfitta, tre pareggi e una sola vittoria.
Mentre i pareggi esterni di Milan, contro i campionissimi del Barcellona, e Napoli, contro il Manchester City, una super squadra allestita grazie ai petroldollari dello sceicco arabo Mansour, vanno visti con soddisfazione e cauto ottimismo, il pareggio interno della Lazio contro i modestissimi romeni del Vaslui e, soprattutto, la sconfitta interna dell'Inter contro il Trabzonspor lanciano un campanello d'allarme. L'unica vittoria arriva dall'Udinese, che, in casa, regola i francesi del Rennes 2 a 1. 
Per dovere di cronaca, bisogna ricordare che l'Inter avrebbe meritato la vittoria con due gol di scarto, che il gol ospite è viziato da fuorigioco evidentissimo e che i turchi hanno fatto un tiro in porta contro i seicentotrentasette della Beneamata.
Ma che il calcio italiano sia in crisi è innegabile.
E' in crisi di gioco, visto che l'ultima volta che ha portato almeno due squadre alle semifinali era il 2003, quando Milan, Inter e Juventus arrivarono tra le prime quattro d'Europa. Ci sono state vittorie di club italiani nel frattempo (Milan nel 2007, Inter nel 2010), ma non c'è mai stata la sensazione che il nostro calcio potesse competere con quello inglese, spagnolo e, ultimamente, tedesco.
E' in crisi di strutture, visto che all'estero tutte le squadre hanno uno stadio di proprietà, e tutti gli impianti rispettano le norme sulla sicurezza, e registrano, 9 volte su 10, il tutto esaurito.
E' in crisi di rose, visto che, in Italia, i grandi campioni arrivano nel momento di declino della propria carriera, oppure attraverso scambi con altri campioni (vedi Eto'o - Ibrahimovic nell'asse Barcellona - Milano), e se diventano grandi campioni in Italia, partono verso altri Paesi una volta diventati tali (i casi di Pastore e Sanchez sono solo i più recenti). Inoltre non si cura il settore giovanile, non si lanciano i giovani nel calcio che conta per paura che sbaglino, e non si da, quindi, la possibilità di crescere e maturare.
E' in crisi economica, visto che, quasi tutti i top club europei, hanno disponibilità economiche largamente superiori ai top club italiani. Acquisti come Sanchez, Pastore, Aguero, Fabregas e Falcao (solo per citare quelli avvenuti nell'ultima sessione di calciomercato) sono impensabili per i nostri club, sia per la mole di denaro, sia per i faraonici ingaggi.
Siamo stati a lungo il campionato più bello del mondo. Abbiamo annoverato a lungo i club più forti del mondo. Ora, per ora, siamo quarti in europa. E c'è la sensazione che, se non si trova un rimedio efficace, ci faremo sorpassare anche da Francia (i petroldollari sono arrivati anche lì), e Portogallo. Ecco, il Portogallo. Rendiamoci conto. Cioè, il Portogallo no, dai.