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mercoledì 30 novembre 2011

Altro che Disney

Vi voglio raccontare la bella favola di Leonardo Bonucci.
Leo è un ragazzone di un metro e novanta centimetri, che pesa 82 kg e ha 24 anni. Ma Leo è un ragazzo fortunato, molto fortunato.
Sarebbe di per sé una gran fortuna giocare a calcio in uno dei club più titolati del mondo e rappresentare la propria Nazionale, ma Leo è ancora più fortunato perché, a differenza di tanti suoi colleghi, il calciatore proprio non lo sa fare.
Sarebbe un difensore centrale, ma ha la reattività di una balena spiaggiata, il senso della posizione di uno con la labirintite e il tempismo di uno che non ha tempismo (non mi venivano i paragoni, sono le due e mezza in fondo).
Ma Leo non si ferma qui, perché il ragazzo è tanto tanto ambizioso, lui vuole fare anche il regista, quel particolare ruolo riservato a chi ha piedi buoni e che riesce sempre a fare il lancio millimetrico.
Così il ragazzo appena ha la palla dà una rapida occhiata al compagno che si sta smarcando, un calcolo della forza, dell'effetto e della direzione da imprimere al pallone e via, fiondata di 40, 50 o 60 metri che finisce sempre in fallo laterale.
Ci sono tante persone che hanno reso Leo un fortunatissimo ragazzo. Il primo è Giuseppe Marotta, dirigente della squadra in cui gioca. Il lungimirante Peppe ha acquistato questo talentuosissimo giardiniere alla modica cifra di 15 milioni di euro permettendogli, firmando un co.co.pro. della durata di cinque anni, di guadagnare circa 140 volte quello che guadagnano gli altri giardinieri.
Il secondo gradino del podio se lo dividono equamente Luigi Delneri e Antonio Conte. Totò e Gigi hanno visto questo ragazzone in campo, e invece di fargli fare il proprio lavoro con cesoie e tosaerba l'hanno fatto giocare. Ora, giocare no, ancora quello non sono riusciti a farglielo fare, ma lo schierano sempre in campo, con risultati esilaranti. Uscite a vuoto, anticipi inesistenti, marcatura ai limiti del vago. E ogni volta che gli si fa notare che ha fatto una grande cagata, Leo guarda con quell'espressione cucciolosa, un po' rincoglionita, tipica di chi proprio non ha idea di quello che è il mestiere del calciatore.
E' veramente confortante sapere che ci sono ancora storie come questa. C'è ancora speranza per un netturbino di essere assunto come primario di cardiochirurgia, c'è ancora speranza per una botte di merda alta un metro e venti per centoventi kg di essere la nuova protagonista della collezione primavera-estate di Calvin Klein, e c'è ancora speranza per me di vincere il Pulitzer scrivendo "3401212121 chiamami sono Tatiana, sono bollente bocca culo figa 30 euro" nel bagno della stazione Santa Maria Novella.

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