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lunedì 30 gennaio 2012

Obbiettività

Vorrei dire una cosa, attraverso questo blog che sta riscuotendo un successo sconfinato, ai tifosi di Milan, Inter, Juventus: siete patetici.
Non sono tutti patetici, sia chiaro, ma la stragrande maggioranza dei tifosi che popola Facebook lo è.
Siete patetici quando prendete le foto di Milito e Boateng e ci mettete i fumetti manco foste i novelli Walt Disney. Ci scrivete cose tipo: sono io il principe di Milano, e a seconda della fede calcistica di chi pubblica la foto, cambia il giocatore che avrebbe detto questa frase.
Siete patetici quando quella stessa foto, brutta, inutile, triste e priva di senso, la pubblicate, invece di lasciarla al completo anonimato che merita, mettendo commenti ancora più tristi della foto: epic win ed epic fail, le risate sguaiate come se aveste smerdato una volta per tutte i cugini, il senso di onnipotenza come se foste in possesso della verità assoluta.
Siete patetici quando vi infuriate e date del ladro a destra e a sinistra quando c'è un errore arbitrale a favore di una squadra che non è quella che tifate voi, salvo poi inventarvi nuove regole e parlare di lavoro difficile dei guardalinee o di arbitro coperto quando l'errore arbitrale è a favore della squadra che tifate. Siete anche capaci di dire che sì, il rigore che hanno appena dato a favore alla squadra a cui tenete magari è completamente inesistente, però nella stagione '78/'79 non hanno dato un rigore che c'era perciò è giusto così.
Siete patetici quando sostenete, credendoci, che il vostro è l'unico capitano onesto e leale. E' l'unica e ultima bandiera del calcio.
Siete patetici quando la vostra squadra, che magari è quinta o sesta in campionato, fa due vittoria di fila e voi siete subito pronti a dire che senza gli errori arbitrali ora sareste primi con 179 punti di vantaggio.
Siete patetici in quanto convinti di tifare l'unica squadra pulita in Italia, la squadra più forte del mondo e l'unica squadra che realmente valga la pena tifare, considerando tutte le altre, squadre di merda tifate da persone stupide o che di calcio non ci capiscono nulla, perchè se ci capissero qualcosa tiferebbero la vostra stessa squadra.
Insomma, siete patetici quando parlate di calcio. E non potete farne a meno. Non riuscite proprio a iniziare una conversazione senza risultare patetici nel giro di tre minuti.
E leggendo questo post magari penserete: è proprio vero. Quel mio amico è proprio patetico.
Vi prego, continuate così. Sarete anche patetici, ma mi fate tanto ridere.

venerdì 27 gennaio 2012

La Rai sarai tu e tua sorella.

Vi è mai capitato di parlare di un argomento sul quale siete ferratissimi con qualcuno che era un totale incompetente? Magari voi siete musicisti diplomati in conservatorio, avete una conoscenza della musica sconfinata, e vi ritrovate a parlare di accordi e melodie con un fan dei Dari. Siete lì che ascoltate le puttanate che escono dalla bocca di quel cerebroleso, provando fastidio fisico e psicologico. Tanto forte il dolore nell'ascoltare certe parole che ad un certo punto bloccate l'interlocutore e, provando a essere il più credibile possibile, dite: guarda, hai completamente ragione. Purtroppo devo scappare che non ho niente da fare e sono in ritardissimo. Perdonami, un'altra volta, davvero.
A me capita quando parlo di calcio con mio fratello. Lui prova anche a fare disamine sulle tattiche e sull'andamento di una squadra, e si impegna. E' tenero e cuccioloso, ma mette a nudo tutte le proprie lacune. Si sforza il ragazzo, ma non ce la fa. Lui lo sa, e infatti quando prova a parlare con me di calcio, dopo 3.45 secondi (è il record registrato un giorno che ero particolarmente in vena di sentire cagate) si accorge che sulla mia faccia appare il tipico sorrisetto checazzostaidicendo?!? e smette di parlare. Gli voglio un gran bene anche per questo.
Mio fratello però non ha mai giocato a calcio, ha visto poche partite in TV, e i suoi limiti sull'argomento sono ampiamente giustificabili. In fondo, non è mica un commentatore Rai. Ma potrebbe tranquillamente diventarlo.
Sono appena finiti i quarti di finale di Coppa Italia. Tutt'e 4 le partite sono state trasmesse in chiaro sui canali Rai. E tutt'e 4 le partite sono state commentate malissimo dai vari giornalisti ed ex calciatori che si alternavamo. Letture delle situazioni grottesche, nomi di calciatori pronunciati come peggio non si potrebbe fare. Sono riusciti a vedere fuorigioco inesistenti. E hanno il replay loro!
Chiunque ci fosse a commentare diceva cazzate, dava una propria interpretazione personale quando aspettando 3 secondi si poteva avere una spiegazione plausibile di quanto appena successo.
Nello spot che ci ricorda di pagare il canone viene detto: La Rai sei tu. No vedì, la Rai siete voi e quelle puledre di vostre sorelle.

martedì 24 gennaio 2012

AAA Giocatore cercasi

Vuoi giocare in Serie A, ma sei scarso che non fa a guardarti? Vorresti essere un calciatore professionista, ma  coi piedi riesci a stento a salire sul pullman senza cadere? Niente paura! Seguendo questi facili passi potrai anche tu indossare la maglia di una società di medio-bassa classifica di serie A:

  1. Investite una discreta somma di denaro ed emigrate in sud America. Lavorate sul vostro fisico e diventate apparentemente atletico (anche se i limiti motori e di coordinazione dovessero persistere non ci sono problemi).
  2. Scegliete un ruolo, iniziate a giocare a calcio e convincete tutti di essere l'erede naturale di un giocatore. Non importa quale, l'importante è che sia famoso e amato dalla gente del Paese che avete scelto come trampolino di lancio. Questa è la fase più importante: meglio riuscite a convincere opinione pubblica, giornali e tifosi e più probabilità ci sono che i punti successivi vengano rispettati.
  3. Fate qualcosa di anche lontanamente apprezzabile. Se avete scelto di essere portiere lasciate scorrere una palla che sta andando fuori o allenatevi ad afferrarla. Se volete essere difensori proteggete una rimessa laterale o spazzate lontano una palla che arriva dalle vostre parti. Nel caso del centrocampista provate un lancio di prima anche se totalmente sbilenco, oppure tentatevi il passaggio no-look, anche se la state buttando platealmente in fallo laterale. L'attaccante è il più delicato, ma allo stesso tempo regala più soddisfazioni. Se avete scelto questo ruolo dovete fare almeno un gol. Considerando che le difese delle squadre sudamericane sono composte in prevalenza da sedie e pali potrebbe non essere impresa impossibile. Vale anche in fuorigioco o di mano, a porta vuota o tutt'e tre insieme, l'importante è finire nel tabellino dei marcatori. 
  4. Rilasciate interviste in cui dichiarate che in quel Paese state benissimo, ma che il vostro sogno fin da bambino è giocare in Europa e confrontarvi coi migliori al mondo. Mi raccomando: ricordate sempre a tutti che siete l'erede naturale di qualcuno. Questo è un passo fondamentale.
  5. A questo punto qualche squadra italiana, mossa dalla curiosità, dovrebbe aver messo gli occhi su di voi. Andate dal presidente del club dove giocate e chiedete di essere ceduto.
    Senza pretendere la luna, accontentatevi di uno stipendio discreto, ma provate a farvi fare un contratto quinquennale. Una volta tornati in Italia, scegliete il basso profilo e rilasciate dichiarazioni quali: è sempre stato il mio sogno essere qui oppure: devo ancora migliorare tanto e spero che con l'aiuto della squadra e l'affetto dei tifosi possa ambientarmi in fretta.
Eccovi qua. Siete arrivati in uno dei campionati più belli del mondo. Probabilmente siete anche il giocatore più scarso della serie A, ma non importa.
Loro hanno fatto così:
Joaquin Larrivey, soprannominato El Bati.
Il soprannome se l'è dato da solo dopo una
serata alcoolica in Argentina. 
Thiago Ribeiro, soprannominato El Diablo.
Il soprannome gliel'ha dato un amico in vena
di scherzare. Lui ci ha creduto  e in Brasile
 stanno ancora ridendo.









giovedì 19 gennaio 2012

Sempre in 11.

E' appena finito il primo Clasico del 2012. L'eterna sfida tra Real e Barcellona si sposta in Coppa del Re.
Ma stavolta non fa notizia il risultato, né i marcatori, bensì il fatto che il Real ha chiuso in 11 una partita che meritava di finire in 8.
Il secondo tempo è stata l'ennesima caccia al solito uomo: Messi.
Tralasciando i falli tattici (che portano una buona dose di cattiveria), sono proprio i falli di frustrazione che la fanno da padrone. Nell'ultima sfida Pepe e Coentrao avevano evidentemente scommesso su chi dei due avrebbe fatto più male alla Pulce. Vittoria strameritata del primo, che gioca l'ennesimo Clasico e la butta sull'esperienza per battere il novellino Fabio.
Inizia il contest tutto portoghese con una simulazione di Pepe da far vedere a tutti gli stuntman al mondo. Perfetta lezione su come, sfiorati dal temutissimo anulare destro di Fabregas, ci si debba lanciare, si debba rotolare accompagnando il tutto portando le mani alla faccia. Spettacolo puro.
Dopo questo riscaldamento, vedendo la preda a terra, gli passa vicino, e con una mossa tanto viscida quanto codarda, gli schiaccia la mano utilizzando quanti più tacchetti possibile.
Il povero Coentrao, commosso da cotanta esperienza, prova a fare il suo. Vede a terra l'obbiettivo, finge di abbracciarlo per poi prendergli la testa e abbassargliela con una discreta violenza. Si rende conto da solo che la scommessa è persa, ma è comunque felice di aver visto all'opera un uomo di Merda, con la m maiuscola, per diventare, da grande, proprio come lui.
Ma quando ormai tutto sembra finito, ecco arrivare un altro portoghese, Ricardo Carvalho, che prova a soffiare il titolo a Pepe. Dopo aver avvistato l'obbiettivo, e aver constatato che è troppo veloce di lui, in una frazione di secondo sceglie la sua strategia: calcione fortissimo nel ginocchio mentre la preda è in movimento. Il tutto rigorosamente da dietro per prendere lo slancio. Il ragazzo però è stanco, perde lucidità e va fuori tema, entrando in modo cattivo e scomposto su un terzino che passava di lì per caso. Intervento ai limiti dell'ordinamento penale, ma inutile, in quanto lo statuto di merda del gioco di merda praticato da persone di merda prevede che si debba rincorrere un unico obbiettivo. Mica si può andare a tagliare chiunque passi eh.
In realtà è stato fatto anche questo. Gli uomini di merda tendono a non avere regole.

lunedì 16 gennaio 2012

La maledizione dei derby

Ci sono giocatori che non sbagliano mai le partite importanti, giocatori che soffrono la tensione della partitissima e giocatori che, nella stracittadina,  alternano buoni prestazione a partite da 4 in pagella. E poi c'è Ignazio Abate.
Il 25enne terzino del Milan ha fatto tutto il settore giovanile con i rossoneri, giocando quindi tantissimi derby, seppur meno importanti di quelli di serie A. Dopo essere andato a Empoli, Modena, Torino, Piacenza, Napoli e Sampdoria, a 22 anni diventa titolare nella difesa del Milan. Dove abbia trovato il tempo per giocare in tutte queste squadre e tornare al Milan in 22 anni, non è dato sapersi, ma lui c'è riuscito.
Ma la straordinaria abilità del biondino campano è un'altra: in ben due derby è riuscito a fare l'assist decisivo a Milito. L'ultimo tocco prima del gol del Principe, se non è su rigore, è sempre suo. Giocassero nella stessa squadra sarebbe un'accoppiata formidabile, un tandem infallibile, un *termine-riferito-a-due-persone* *aggettivo entusiasta* (la pigrizia gioca brutti scherzi). Invece giocano l'uno contro l'altro.
La prima volta fu il 24 Gennaio 2010: lancio millimetrico per il terzino del Milan, che di testa la mette sulla corsa di Milito che segna. Inter in vantaggio e nuovo amore che sboccia.
15 Gennaio 2012: il nostro eroe vede con la coda dell'occhio il movimento del suo pupillo, no-look e assist smarcante con l'esterno, facendo la finta di lanciare lontano. Inter nuovamente in vantaggio e la sensazione che il rapporto d'amore tra i due si sia fortificato e che potrà resistere a qualunque crisi.
Il calcio rimarrà per sempre lo sport più seguito in Europa finché resisteranno queste belle favole.

giovedì 12 gennaio 2012

Guerra e Apache

Si è aperto il mercato di Gennaio, e il tormentone è rappresentato da Carlitos Tevez.
Per l'argentino si è scatenato un derby di mercato tra Milan e Inter senza esclusione di colpi.
I rossoneri non convincono il City, ma sono forti della volontà del giocatore di trasferirsi al Milan, mentre i nerazzurri convincono il City, ma Tevez vuole andare dall'altra parte. Il giocatore era già stato accostato all'Inter l'estate scorsa, quando il City comprava attaccanti come se fossero patatine e Moratti era a caccia del sostituto di Eto'o.
A novembre l'Apache è finito fuori rosa per essersi rifiutato di scendere in campo contro il Bayern Monaco, mandando su tutte le furie Mancini, che ai cronisti dirà for me Carlos is not a player of Manchester City, for me it's finish, he can't play in un inglese tutto suo.
Il Milan, dopo l'infortunio di Cassano ha fiutato l'affare, e, come ha dichiarato Galliani, farà il possibile e l'impossibile per prendere Tevez. Il piano dei dirigenti del Milan, consisterebbe nel vendere Pato al PSG, e acquistare l'argentino. Sinceramente, ho visto piani migliori.
Il Papero è in rotta con Allegri, e a Parigi ritroverebbe Ancelotti, l'allenatore che lo portò in Italia e lo fece esordire contro il Napoli. Il Milan ricaverebbe dalla cessione circa 30 milioni di euro, che investirebbe per prendere Tevez, un giocatore che dovunque sia andato ha creato problemi (chiedere a Manchester United per ulteriori informazioni).
Pato deve compiere 23 anni a Settembre, Tevez ne farà 28 a febbraio. Anagraficamente non conviene.
Pato non ha mai creato problemi, andava in panchina senza batter ciglio, non ha mai creato polemiche, mai un insulto, mai un'intervista sopra le righe, mai un problema. Tevez riesce a stento a scendere dall'aereo senza rompere i coglioni. Prima di andare via da una squadra riesce a lasciare un pessimo ricordo di sé. Sotto il profilo del comportamento, non conviene.
Pato è un attaccante. Tevez è un attaccante. Numericamente non cambia un cazzo.
Pato è veloce, agile, può risolvere da solo una partita e inventarsi gol dal nulla. Tevez è esplosivo e dinamico, può risolvere da solo una partita e inventarsi gol dal nulla. Tecnicamente, non cambia un cazzo
Pato è un bel ragazzo, simpatico educato e si monta la figlia del boss. Tevez è brutto come la miseria più nera, è assieme a Ribery il giocatore più antiestetico del panorama internazionale. Sotto il profilo dell'immagine, è un azzardo dare a quell'abominio la maglia del Milan
Pato guadagna 2,5 milioni di euro. Tevez al City ne prende 8. Anche se si riducesse lo stipendio della metà, economicamente non conviene.
Pato vorrebbe andare via, vorrebbe andare al PSG e vorrebbe ritrovare Ancelotti. Tevez vuole assolutissimamente il Milan, vuole giocare con Ibrahimovic e vuole giocare a San Siro. Sotto il profilo delle motivazioni conviene.
Pato ha una media di due infortuni muscolari all'anno. Tevez raramente si rompe, quasi mai per tanto tempo. Fisicamente conviene
E' sufficiente?