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giovedì 9 febbraio 2012

Il fanciullino che è in lui.

Quanto sarebbe bello tornare bambini? Tutto era facile; per ottenere le cose che volevi dovevi solo piangere. Ogni necessità aveva un pianto diverso. C'era il pianto da Ragazzi, fossi in voi non mi darei in pasto ai fan dei bambini dato che ho appena espulso il dirigibile marrone senza elica e timone che avevo in corpo dalla poppata delle 17. Volete cambiarmi o aspettate che miracolosamente la merda torni dentro?. Poi c'è il pianto da Avete presente la poppata delle 17 che ha contribuito in modo decisivo alla mia cagata delle 18:15? Ecco be', erano le 17 di ieri. Avrei una discreta fame, se proprio non disturbo eh, altrimenti mi faccio due hamburger alla piastra. Come non citare il pianto da C'è troppo silenzio. O state provando a dormire, e ve lo potete anche levare dalla testa, oppure siete morti. Non so cosa sia peggio. Nel dubbio, piango. Poi ancora che cazzo voglia non lo so, ma intanto verifico la situazione della casa.

Ultimamente sta prendendo sempre più piede il pianto di un bambino nato a Livorno nel 1961. Un bambino un bel po' cresciuto, ma che non ha abbandonato il fanciullino che è in lui (cito anche Pascoli, scusate se è poco). Lui ogni domenica si presenta ai microfoni e inizia con un piagnisteo costante e continuo: c'era un rigore per noi, non hanno fischiato un fuorigioco grande come una casa, non hanno espulso quel giocatore, ci hanno privato di una rimessa laterale solare a centrocampo, c'era molto freddo, ho la bici bucata a casa, ieri mia moglie mi ha fatto la pasta scotta.
Non importa se sia contento o triste, preoccupato o raggiante, pensieroso o sollevato, lui piange. Magari lo fa come riflesso incondizionato, magari sono ordini dall'alto, resta il fatto che, sicuro come il gol di Di Natale quando l'Udinese gioca in casa, lui piazza il piantino classico post partita.

Questo è il Mazzarri style, e non conosce confini. In Italia, in Europa, dovunque si trovi lui trova sempre occasione e pretesto per piantare una sceneggiata in diretta. Ed è tanto, tanto simpatico l'uomo che piange quando le cose vanno male.

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