Pagine

lunedì 16 luglio 2012

Belle idee

Il calcio italiano somiglia tanto al Superenalotto. Sembra che ho scritto una stronzata, ma ora vi spiego.

Quanto il montepremi del Superenalotto supera gli 80 milioni di euro, ci sono famiglie intere intente a giocare la schedina. Nei tabacchini spuntano come funghi i cartelli tramite i quali alcuni esperti del calcolo probabilistico della domenica cercano compari per fare sistemoni. Il martedì, il giovedì e il sabato gli sportelli abilitati sono presi d'assalto. Gente che butta stipendi e pensioni, sognando la vincita in grado di cambiare la vita a tutta la generazione. Nel frattempo il jackpot aumenta, arriva a 100, 110 milioni, e la gente che gioca aumenta, il tutto aiutato dalle pubblicità. Poi finalmente qualcuno vince, qualcun altro a parte lo Stato, e il montepremi crolla a 30, 40 milioni. A quel punto non gioca più nessuno, o quasi. Restano solo gli habituè, coloro i quali pensano che prima o poi quei numeri devono uscire. Però non c'è più la ressa, non c'è la fila chilometrica di persone che sognano il colpaccio. Perché 100 milioni è colpaccio, mica 40.

Nel calcio italiano succede la stessa cosa con l'Europa. Le squadre di alta fascia puntano ad entrare in Champions League, pensando che sia l'unica coppa Europea valga la pena giocare. I presidenti comprano giocatori e assumono allenatori con l'unico intento di andare in Champions. Alcune volte ci riescono, e allora comprano giocatori ancora più forti, spendono ancora di più per andare il più avanti possibile nella competizione. Neanche per vincerla, solo per arrivare il più avanti possibile. A volte basta solo superare la fase a gironi.
Altre volte la Champions non viene raggiunta, e allora si gioca l'Europa League. Ma l'Europa League non è mica la Champions League, mica ci si sporca le mani e i piedi per giocare in Europa League. Essa viene vista come un asilo, un posto dove far giocare i giovani. Perché farli giocare sempre è pericoloso, meglio farli giocare dove non possono fare danni.

Bella idea. Nessuna squadra italiana ha mai vinto l'Europa League, l'ultima squadra ad aver vinto la coppa Uefa è stato il Parma dei Tanzi nel 1999. Il calcio italiano perde appeal e questo, unito al fatto che non ha soldi, fa in modo che i giocatori non vengono a giocare in Italia. Piuttosto vanno in Cina, o in Qatar. Le italiane, salvo sporadiche eccezioni, non sono competitive neanche in Champions, dove ci si accontenta di andare avanti. Non si investe in strutture, in campi dall'allenamento, in stadi, in vivai. Non si punta sulla primavera, anzi. I giocatori della primavera vengono venduti per compare giocatori forti. Poi quelli diventano bravi, e allora si vendono altri primavera per riportarlo alla base. Un po' un gatto che si morde la coda

Il calcio italiano fa la fila per arrivare alla Champions, non ci arriva. Qualcuno fa notare che ci sarebbe anche l'Europa League, che fa gioire i tifosi ed è comunque un trofeo, ma il calcio italiano fa spallucce e compra un Gratta e Vinci.

Nessun commento:

Posta un commento