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mercoledì 13 giugno 2012

Non è colpa di Cassano

E' scoppiato lo scandalo Cassano. Sarebbe potuto scoppiare prima, ma l'hanno mandato in conferenza stampa ieri, quindi ieri è scoppiato lo scandalo. Tutta colpa di queste dichiarazioni di Cassano a proposito della presunta omosessualità in Nazionale:

Ciò che ha fatto scalpore è l'utilizzo della parola "froci", e il fatto che abbia poi detto "problemi loro", come se l'omosessualità fosse un problema per chi ne è "affetto".

Se qualcuno me lo chiedesse, scriverei come la penso. E siccome c'è chi me l'ha chiesto, ecco qui.

Secondo me, il problema del "frocio" o del "problemi loro", esisterebbe solo se Cassano avesse detto solo quello.
In realtà Cassano ha prima detto "se penso quello che dico...", e successivamente chiosato con un "me la sbrigo così, sennò poi mi attaccano da tutte le parti".
Nella prima frase, oltre a palesare una discreta lacuna sulla consecutio, ha evidenziato tutte le sue lacune lessicali, oppure si è reso protagonista di un lapsus freudiano, ammettendo, tra le righe, di non pensare quello che dice. E siccome dice sempre tutto, di non pensare affatto.
A mio avviso sono corrette entrambe. Cassano non pensa e ha grossissime lacune, arrivando perfino a non capire frasi semplici semplici come "non dico quello che penso".
L'ultima frase, quella sull'essere attaccato da tutte le parti, ha invece evidenziato quanto stupido sia Cassano. Lui pensava davvero di essersela cavata con diplomazia. Lui era convinto di essere uscito bene da una situazione intricata e difficile come quella dell'omosessualità nel calcio.
Sono sicuro che per Cassano, "frocio" sia un sinonimo di "omosessuale".
Cassano è una persona a cui è stato dato un dono, il quale gli ha permesso di avere soldi, fama e successo senza bisogno di studiare. Cassano è una persona limitata cerebralmente, non per colpa sua, incapace di fare una conferenza stampa in italiano. Ciò è dimostrato una manciata di minuti più tardi, quando dice "Indipendentemente dalla cifra che si leggono sui telegiornali". Ecco, questa frase è la sintesi perfetta del rapporto di Cassano con la comunicazione: secondo lui la cifra si leggono, e lui, quando guarda un telegiornale, legge.
Ecco perché, anche sforzandomi, non riesco ad avercela con Cassano.

Io ce l'ho con i giornalisti, che si fanno grasse risate quando sentono la parola "frocio", dandosi di gomito con fare complice e soddisfatto. Ce l'ho con i giornalisti che hanno fatto la domanda a Cassano, sapendo che era troppo stupido per capire quali cose vanno dette e quali no, andando a fare il titolone facile facile sul giornale. Ce l'ho con i giornalisti che, quando Cassano ha finito, dicono "va bene la tua risposta", perché era la migliore che potessero avere, quella in grado di far vendere il numero maggiore di copie. Ce l'ho con quei giornalisti, perché il confine tra giornalismo e fare il pezzo di merda talvolta è labile, ma loro l'hanno sorpassato fischiettando, con nonchalance e presi a braccetto ridendo sornioni, consapevoli di quello che stavano facendo.

Io non sono per la censura delle idee e delle opinioni, sono per la censura della stupidità. Se uno avesse detto: "Omosessuali nel calcio? Mi auguro di no, per loro. Perché questo è un mondo in cui una cosa del genere non sarebbe facile da vivere, soprattutto per colpa degli ultras, che ormai purtroppo la fanno da padroni. In ogni caso, anche se fosse, gestire il loro orientamento in questo mondo maschio, maschilista e quindi eterosessuale per antonomasia, sarebbe un problema loro", avrebbe dato l'impressione di avere delle idee chiare in testa, di averle pensate e di essere riuscito ad  esporle in modo chiaro e conciso. Poi si può essere d'accordo o meno.
Con "froci? Spero di no, ma problemi loro" Cassano ha palesato stupidità e limiti non indifferenti. Stupidità e limiti che vorrei venissero censurati, per il bene di tutti.

Ah, censurerei volentieri anche Cecchi Paone, uno sfigato che continua a professarsi uomo di scienza, nonostante sia ormai un disoccupato senza nulla da fare, che va nelle trasmissioni a dire la cosa più ad affetto possibile, per far parlare di sé, farsi invitare da altre trasmissioni e fare così in modo che possa chiarire il suo pensiero. Cecchi Paone è un coglione che straparla.
Se tutti gli omosessuali fossero come Cecchi Paone, probabilmente sarei omofobo.

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