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giovedì 3 maggio 2012

In his shoes

Voi, che volete la radiazione di Delio Rossi, che gli date del pezzo di merda, che tutti questi che nella stessa frase è un pugno in faccia quindi scusate, che dite che l'esonero è il minimo. Ecco vorrei vedere voi:

Avete 52 anni, e fate l'allenatore di calcio. Ci sono gli allenatori di calcio frustrati che a 60 anni siedono su una panchina in promozione e non hanno mai allenato altro, ma non è il vostro caso. Voi, dopo aver fatto della sana gavetta in giro per l'Italia, allenate in Serie A. Non avete vinto molto. Il vostro palmarès vanta un pupazzo vinto alle macchinette del centro commerciale di Salerno, un torneo di briscola nel bar centrale di Pescara e una tombolata con la famiglia del 1994. Però se allenate 10 anni in serie A scarsi scarsi non siete. Avete iniziato nel 1990, ormai 22 anni fa. Ne avete fatto di strada.
La Fiorentina, team glorioso che appena 5 anni fa giocava in Champions, vi chiama a sostituire Mihajlovic. La squadra è a pezzi, è una banda di ragazzi vestiti tutti uguali che vaga per il campo dando un calcio al pallone. Voi siete chiamati a dare loro un'identità. Il vostro nome è stato a lungo invocato dalla curva. Vogliono voi. Dovete salvare la squadra che naviga in pessime acque (navigare in pessime acque: chissà come mi è uscita questa frase originale). La squadra non è da lotta per non retrocedere, neanche da Champions, ma la salvezza è alla portata. Basta dare un gioco a quei calciatori svogliati e un po' viziati. In quasi 7 mesi non siete riusciti a fare granché: la squadra naviga sempre nelle stesse pessime acque di cui sopra, e a 3 giornate dalla fine non è matematicamente salva. Ma avete la stima della società, che vuole costruire la Fiorentina del futuro partendo da voi. Voi e Jovetic al centro del progetto. Proprio Jovetic, il giocatore più talentuoso in rosa, cercato da mezza Europa, è rotto una partita sì e una no.Nel mercato di gennaio avete dovuto salutare Gilardino. Volevate una punta, e invece è arrivato Amauri. Ma nessuna polemica, si lavora per la squadra. Nella terzultima giornata siete contro il Novara, in casa. Dovete vincere e siete salvi. In attacco vi affidate a Cerci e Ljajic, biondino nato nel 1991, ovvero un anno dopo rispetto a quando voi avete iniziato a lavorare.
Dopo mezz'ora di partita state perdendo 2-0 contro una squadra matematicamente retrocessa a settembre, e siete costretti a vedere quel biondino vagare per il campo svogliato. Una cosa talmente brutta da farvi rimpiangere perfino Amauri. Mezz'ora è abbastanza, decidete di toglierlo. Fenomeni da mandare in campo non ne avete, e a stento individuate giocatori. Decidete per Olivera, probabilmente pensando che uno valga l'altro, e che peggio di Ljaijc non si può fare.
Siete stanchi, logori, sotto pressione. Lo stadio fischia qualunque cosa, la stagione è stata un inferno, non vedete l'ora che finisca.
Dicevo, togliete quel biondino, inutile per mezz'ora, che ha 20 anni e ha fatto due gol in tutta la sua vita, quello a cui avete dato fiducia e vi ha ripagato con il nulla totale.
Lui esce, vi guarda e vi ride in faccia, applaudendo ironicamente la decisione. Siete un fascio di nervi, ma decidete di non cagarlo. Poi vi dice qualcosa, vi girate, sta ancora ridendo, il coglione, Vi fa segno: ok, bel cambio. Continua a sorridere, non ha un filo di barba ma vi prende per il culo, perdete 2-0 in casa contro una squadra che fa giocare Lisuzzo e Morganella, rischiate di retrocedere, continua a ridervi in faccia, a prendervi per il culo. Un pugno in quel sorrisetto del cazzo è moralmente obbligatorio. Il secondo è per scaricare rabbia e tensione, ci sta anche quello. Il terzo sarebbe di troppo, e infatti non glielo date. Siete pur sempre signori di 52 anni.

Vorrei far notare due cose:
  1. Ho messo un fottìo di che, involontariamente. Così la lettura diventerà meno scorrevole, e più fastidiosa. E' andata così. E' capitato, e ricapiterà, ma proverò a stare più attento.
  2. Non ho mai fatto riferimento ai soldi che guadagna Ljaijic, nonostante abbia sentito anche di queste cose. I soldi portati a casa dall'allenatore o dal giocatore c'entrano poco con la questione. Si tratta di rispetto per le decisioni del tuo capo, e la busta paga è poco rilevante.

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