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venerdì 16 settembre 2011

Il Portogallo no, dai

Prima giornata europea delle italiane. 5 squadre impegnate tra Champions League ed Europa League, con un bottino imbarazzante per il nostro calcio. Una sconfitta, tre pareggi e una sola vittoria.
Mentre i pareggi esterni di Milan, contro i campionissimi del Barcellona, e Napoli, contro il Manchester City, una super squadra allestita grazie ai petroldollari dello sceicco arabo Mansour, vanno visti con soddisfazione e cauto ottimismo, il pareggio interno della Lazio contro i modestissimi romeni del Vaslui e, soprattutto, la sconfitta interna dell'Inter contro il Trabzonspor lanciano un campanello d'allarme. L'unica vittoria arriva dall'Udinese, che, in casa, regola i francesi del Rennes 2 a 1. 
Per dovere di cronaca, bisogna ricordare che l'Inter avrebbe meritato la vittoria con due gol di scarto, che il gol ospite è viziato da fuorigioco evidentissimo e che i turchi hanno fatto un tiro in porta contro i seicentotrentasette della Beneamata.
Ma che il calcio italiano sia in crisi è innegabile.
E' in crisi di gioco, visto che l'ultima volta che ha portato almeno due squadre alle semifinali era il 2003, quando Milan, Inter e Juventus arrivarono tra le prime quattro d'Europa. Ci sono state vittorie di club italiani nel frattempo (Milan nel 2007, Inter nel 2010), ma non c'è mai stata la sensazione che il nostro calcio potesse competere con quello inglese, spagnolo e, ultimamente, tedesco.
E' in crisi di strutture, visto che all'estero tutte le squadre hanno uno stadio di proprietà, e tutti gli impianti rispettano le norme sulla sicurezza, e registrano, 9 volte su 10, il tutto esaurito.
E' in crisi di rose, visto che, in Italia, i grandi campioni arrivano nel momento di declino della propria carriera, oppure attraverso scambi con altri campioni (vedi Eto'o - Ibrahimovic nell'asse Barcellona - Milano), e se diventano grandi campioni in Italia, partono verso altri Paesi una volta diventati tali (i casi di Pastore e Sanchez sono solo i più recenti). Inoltre non si cura il settore giovanile, non si lanciano i giovani nel calcio che conta per paura che sbaglino, e non si da, quindi, la possibilità di crescere e maturare.
E' in crisi economica, visto che, quasi tutti i top club europei, hanno disponibilità economiche largamente superiori ai top club italiani. Acquisti come Sanchez, Pastore, Aguero, Fabregas e Falcao (solo per citare quelli avvenuti nell'ultima sessione di calciomercato) sono impensabili per i nostri club, sia per la mole di denaro, sia per i faraonici ingaggi.
Siamo stati a lungo il campionato più bello del mondo. Abbiamo annoverato a lungo i club più forti del mondo. Ora, per ora, siamo quarti in europa. E c'è la sensazione che, se non si trova un rimedio efficace, ci faremo sorpassare anche da Francia (i petroldollari sono arrivati anche lì), e Portogallo. Ecco, il Portogallo. Rendiamoci conto. Cioè, il Portogallo no, dai.

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