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venerdì 16 dicembre 2011

Bagni di umiltà

E' capitato anche a voi, mentre stavate guardando la partita, di sentire una fastidiosa sensazione, come se qualcuno avesse bagnato un tubo di Pingles, l'avesse fatto rotolare nella sabbia, e ve lo stesse infilando nel retto senza burro né vasellina? Voi vi alzate, controllate, ma nulla. Nessun tubetto di Pringles, però anche in piedi la sensazione di fastidio continua, e non capite proprio da dove arriva. Ecco, quello è il commento tecnico.
Salvo casi isolati, come Chiellini o pochi altri, i calciatori non sono granché istruiti. Iniziano la loro carriera giovanissimi, trascurando la scuola perché il loro percorso lavorativo non prevede diplomi. Di conseguenza hanno un'istruzione un po' raffazzonata. Le loro capacità oratorie, quindi, sono tra l'imbarazzante e il patetico: se avesserebbi avuto la freddità giusta quel gol non me lo mangiai. Peccato perchè la squadra ha fatto bello. Ma siccome le interviste costituiscono il 5% del mestiere del calciatore, e siccome è l'unico modo che hanno per parlare e mettere a nudo tutte le loro carenze grammaticali, non è un così grande dramma. Poi però i calciatori crescono, invecchiano, smettono di fare il calciatore e, una minima parte di loro, iniziano la loro carriera come commentatore tecnico.
Il commentatore tecnico è quello che fa da spalla al telecronista. Mentre quest'ultimo racconta la partita, enfatizzando le azioni principali, dando numeri e statistiche nei periodi di calcio brutto, il commentatore tecnico è quello che fa le analisi tecnico-tattiche delle squadre, spiega i cambi, analizza i movimenti dei calciatori eccetera.
L'unico problema è che, in questo mestiere, le capacità oratorie costituiscono il 99% del lavoro (il restante 1% non ho idea di cosa sia, ma non volevo esagerare), grazie a questa nuova carriera gli ex-calciatori possono mostrare tutte le proprie lacune.
Ma c'è chi, di lacune di sintassi e grammaticali, ne ha fatto un vero e proprio marchio di fabbrica. Sciorina frasi al limite del paradossale con una nonchalance invidiabile, sbaglia i verbi con precisione chirurgica, inizia una frase e la finisce con i tre puntini di sospensione: L'Inter dovrebbe provare a capitalizzare le... per poi spegnersi. Uno che se non fosse tanto tanto divertente sarebbe schifoso, pur riuscendo a essere l'uno e l'altro: Salvatore Bagni.
Nato all'ombra di Di Pietro, Bagni da calciatore ha vinto uno scudetto col Napoli di Maradona. Ma le sue prodezze calcistiche sono state ampiamente superate da quelle oratorie. Lui, Salvatore Bagni, è uno che sarebbe dovuto andare a zappare la terra appena finito di fare il calciatore, invece è stato preso dalla RAI per commentare le partite dell'Italia. Facendo figure come questa:


Ma Bagni è anche tanto tanto simpatico, e a Ciro Ferrara, che aveva appena perso una partita, che stava attraversando un periodo difficilissimo, che aveva in mano una squadra che non vinceva, che era sull'orlo dell'esonero, ma soprattutto che è (o era) suo grande amico e compagno di squadra al Napoli, disse:


E giù con le grasse risate sguaiate, un amico che tutti vorremmo.
Tore, e gran parte dei suoi colleghi, sono il tubo di Pringles impanato nella sabbia e infilato nel retto che allieta le vostre partite. Grazie Salvatore.

1 commento:

  1. Non per giustificarlo perché effettivamente è osceno, ma Bagni è rimasto scioccato dall'incidente capitato in macchina al suo bambino di due-tre anni, che venne letteralmente decapitato e la sua testa gli finì in grembo mentre guidava. Penso che il fatto abbia finito di rovinare il suo già precario eloquio.

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